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giovedì 23 giugno 2011

Sicilia. Si dice di voler contrastare la piovra, ma si legifera in senso contrario ?

L'Assemblea Regionale ha varato la nuova legge sugli appalti. Come sempre accade in questi casi i proponenti e coloro che hanno votato la nuova legge si riempiono la bocca dicendo che intendono tagliare con la nuova legge le unghie alla mafia. E' sempre stato così: ogni legge varata sugli appalti negli ultimi cinquant'anni è sempre stata finalizzata a contrastare la mafia. Peccato che in cinquant'anni, la mafia da campagnola che era, è divenuta una potenza multinazionale.
Gli ordini professionali la pensano però diversamente dai politicanti di Sala d'Ercole.
Con un documento congiunto, ingegneri, architetti e geologi, pur condividendola, lanciano un'allarme sulla riforma: «L'effetto combinato del decreto sviluppo, all'esame delle Camere, e della legge varata dall'Ars per il recepimento della normativa nazionale, avrà come conseguenza che anche in Sicilia sarà possibile l'affidamento di appalti con procedure negoziate, per lavori d'importo sino a un milione di euro, e con procedure ristrette sino a un milione e mezzo di euro. Vi è, dunque, il rischio che una legge che viene presentata come un provvedimento per scongiurare le infiltrazioni mafiose negli appalti, finisca per raggiungere obiettivi diametralmente opposti».

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