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domenica 12 giugno 2011

Perché Berlusconi, il Berlusconi che non va a votare, non ha il senso dello Stato

DOVERE CIVICO
I doveri civici sono davvero innumerabili, e sono di più quelli non codificati, morali e civili che quelli elencati sulle leggi. Chi sente il peso di un "dovere civico" entra nell'ambito della consapevolezza di ciò che è opportuno e necessario fare, quindi non solo per convenienza, per tornaconto personale.
La frequente locuzione "diritti e doveri di ogni cittadino", auspicio di equilibrio in tutti i comportamenti che incidono sulla collettività, anche come buon esempio, fa dire alla gente comune, ai nostri saggi anziani, ultranovantenni: "Votare è un dovere civico".
ASTENSIONE
Il sostantivo astensione lo adoperiamo con riferimento all'atto con cui ci si priva di qualcosa. Una manifestazione di volontà da chi, per esempio, si astiene dal fumo, dagli alcolici o da certi cibi, per scelta religiosa o igienica.
Un affare personale, insomma, anche per i casi che la giurisprudenza definisce "astensione del giudice", norma che vieta o permette l'astensione dal celebrare un processo al giudice imparentato con una delle parti in causa (o che abbia rapporti di lavoro, o altre ragioni di correttezza professionale o convenienza).
Tutt'altro che personale l'incidenza socio-politica dell'astensione dal voto, infatti tale astensione influisce sulla autenticità di un responso democratico. Per non dire che può dimostrare scarso interesse per i poteri che uno stato democratico concede come precipuo diritto a tutti i suoi cittadini.

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