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giovedì 30 giugno 2011

In Sicilia chi programma le opere pubbliche ? I soldi si spendono (quando si spendono), ma per fare cosa ?

Ferrovie dimenticate e dismesse, ormai del tutto abbandonate. Perché non scoprirle di nuovo?

Era questo l’intento dei tanti soldi spesi per trasformare in pista ciclabile l’antico percorso della ferrovia che da Corleone, Contessa Entellina, Bisacquino, Chiusa Sclafani raggiunge Burgio.
"Ferrovia fra cultura, arte e artigianato" è stata qualcuna di quelle passeggiate lungo la tratta ferroviaria che univa Palermo con Burgio.
Nella vecchia stazione di Contessa Entellina, sul percorso antico della ferrovia, trasformato in percorso ciclabile, l’amministrazione comunale di Bisacquino ha acconsentito che venisse costruito un impianto di trattamento dei rifiuti organici, ad un metro –peraltro- dal ciglio stradale (provinciale Contessa E.-Campofiorito).
Finora la gerazione di chi scrive queste righe ha assistito a
“soldi spesi per dismettere i binari”,
“soldi spesi per realizzare la pista ciclabile”,
“soldi spesi per restaurare i fabbricati ex-ferroviari”,
“soldi spesi per costruire l’impianto di trattamento dei rifiuti”.
Cosa c’è oggi nell’antica stazione “Contessa Entellina ?
Nulla. Il posizionamento dell’impianto dei rifiuti non è di certo un servizio salutare e compatibile con  l’ipotizzato percorso ciclabile. Ma la cosa più rilevante è che ad oggi i tanti soldi di tutte queste creative e fantasiose iniziative non sono serviti a nulla.
Niente ciclisti e niente trattamento rifiuti.
In Sicilia alla politica interessano gli “appalti”, il resto non conta.
Come possiamo criticare, da meridionali, la “Lega Nord” con questi politicanti che ci scegliamo da noi stessi ?

Sicilia, terra in cui la legge non è uguale per tutti

A) I pensionati della Regione Sicilia sono particolarmente privilegiati.
1) rispetto a quelli statali percepiscono un assegno medio superiore del 30 per cento
2) tale super pensione è calcolata in più anche rispetto a quella dei dipendenti degli stessi enti locali siciliani;
3) possono andare in pensione con 20 (donne) o 25 (uomini) anni di cosiddetto servizio, sol perché abbiano un parente con disabilità gravi, mentre la legge nazionale prevede quest’eventualità solo se l’handicap colpisce il pensionando.
B) Ancora sui baby pensionati regionali
I baby pensionati, lo abbiamo scritto ieri, dal 2004 ad oggi sono oltre mille, persone sanissime, alcuni quarantenni, come uno degli assessori attuali di Raffaele Lombardo, che hanno avuto la sventura di una grave disabilità di un parente.
C) In Sicilia non c’è legge che possa ridurre il costo della politica
La legge 122/10 ha sancito che dall’1 gennaio 2011 le indennità ai politicanti di Sicilia dovessero essere tagliate intorno al 10 per cento. Ma la circolare n. 1/2011 dell’assessore Chinnici, componente del governo Lombardo, ha comunicato ai comuni dell’isola che la legge nazionale non sarebbe stata applicata e che per conseguenza potevano dormire sogni tranquilli, continuando a percepire le vecchie indennità. I quattro assessori-pensionati di Contessa Entellina hanno metaforicamente addirittura “brindato” alla salute della Chinnici.
D) Favoritismo
In Sicilia assistiamo a comportamenti palesemente clientelare basati sul metodo del favore. Il Comune di Contessa Entellina tiene dentro le mura del Municipio addirittura una somministrazione alimentare gratuita (banco alimentare ?) per i bisognosi, usando come “volontari” di una "Associazione di beneficenza" i suoi dipendenti (chi non crede visioni gli atti di una interrogazione trattata qualche seduta orsono in Consiglio Comunale).
I dodici assessori, cosiddetti tecnici, ed i 31 dirigenti generali della Regione Sicilia hanno responsabilità e doveri nei confronti dei siciliani, invece trasmettono la sensazione di stare fruendo (finchè dura) il periodo di godimento -tutto loro- dei vantaggi e dei privilegi. Un assessore "progressista" (cioè di quelli sponsorizzati dal pd)  si è scoperto in questi giorni che nel suo staff annovera lo zio della moglie.
Questi politicanti di Sicilia vivono un loro mondo. Come si dice da noi, in Sicilia,: "Cu è fissa, si sta n'à sò casa".

Salvatore Lupo, quotato studioso della mafia in ambito italiano

Dal n. 21, aprile 2011- della Rivista "Mediterranea-Ricerche Storiche" riprendiamo l'analisi sul libro-intervista di Gaetano Savatteri a Salvatore Lupo, storico dell'Università di Palermo.
Come i lettori ricorderanno il Blog sta portando avanti una ipotesi di lettura collettiva del libro di Anton Blok "La  mafia di un villaggio siciliano". Il brano che riportiamo sotto, che esprime il punto di vista di Salvatore Lupo è utile per la panoramica che ci interessa. Salvatore Lupo è peraltro lo storico che ha contestato ad Anton Blok l'uso -nel libro su Contessa Entellina- dei "pseudonimi per luoghi e persone".

Salvatore Lupo
Potere criminale.
Intervista sulla storia della mafia,
a cura di Gaetano Savatteri, Laterza,
Roma-Bari, 2010, pp. 192

«…per troppo tempo ci siamo raccontati la favola che la mafia fosse figlia del sottosviluppo. Poi abbiamo invertito i termini del discorso dicendo che il sottosviluppo è figlio della mafia.
Entrambe le proposizioni sono errate».
Si potrebbe dire, usando un linguaggio sportivo, che Salvatore Lupo entra in argomento a gamba tesa di fronte alle intelligenti e puntuali provocazioni di un giornalista di razza qual è Gaetano Savatteri.
Da queste prime battute, si comprende bene il percorso che lo studioso intende svolgere, un percorso che incontra la domanda di fondo su cosa sia in realtà la mafia. Una domanda che ha visto letture fuorvianti come quelle, definite in altro testo dello stesso autore «fumisterie culturologiche», di Giuseppe Pitré che, come affermato dal socialista Giuseppe Marchesano «ci ha spiegato che cosa non è» la mafia. Proprio l’illustre studioso palermitano è, infatti, responsabile della nobilitazione del paradigma che porta al negazionismo che ha dominato per decine di anni la cultura siciliana, cioè che la mafia non esiste ed invece esistono i comportamenti mafiosi e che quanto si fantastica di mafia come organizzazione criminale, si tende solo a calunniare la Sicilia. Un paradigma che tuttavia nasce anni dopo il processo unitario considerato che, almeno dall’unità in poi, non ci si faceva scrupolo dall’affermarne l’esistenza, basta ricordare il testo di Nicolò Turrisi Colonna del 1864.
Ma altrettanto insufficienti, se non errate sono state quelle offerte dalle analisi della cultura del mondo della sinistra di cui evidenzia l’equivoco di fondo, cioè il considerare la mafia come «forma primitiva di lotta sociale», o, secondo la interpretazione del sociologo Henner Hess «come specchio di una cultura mediterranea resistente alla moderna etica statale». Un fossile culturale che il trionfo della modernità avrebbe travolto, senza così comprenderne la grande capacità mimetica ch’essa ha sempre dimostrato. «La mafia – afferma a chiare lettere l’autore– è patologia della modernità».
Lupo non fa concessioni alla retorica né, tantomeno, ai luoghi comuni che hanno reso, perfino, difficile un approccio scientifico al tema trattato, a cominciare da una interpretazione che la pubblicistica ha consolidato che fa di Cosa Nostra un’impresa, leit motiv del fortunato libro di Arlacchi La mafia imprenditrice, una Spa «in grado di gestire tutto il malaffare». Stesso trattamento l’autore riserva alla cosiddetta Cupola mafiosa della quale, pur non negandone in alcuni momenti una esistenza, ne ridimensiona il concetto di stabilità e di costante capacità di intermediazione per garantire sempre la pax mafiosa. E, ancora, la esistenza di un terzo livello, che l’autore d’accordo con la tesi di Falcone, considera manifestazione di grave rozzezza intellettuale.
I mafiosi farebbero riferimento ad un sistema di valori che ne cementano e orientano le scelte. «…se non vogliamo essere intellettualmente pavidi dobbiamo effettivamente ammettere – e Lupo fa riferimento ai disvalori dei mafiosi - che di un sistema di valori si tratta. Grazie ad esso si comunica all’interno della mafia, nonché tra chi vi sta dentro e chi ne sta fuori, provando a raggiungere anche perfino quanti sono contro la mafia». Un insieme di valori – famiglia, religione, ordine – che sono quelli fondanti della società siciliana ai quali il mafioso “porta rispetto” perché agli stessi non si sente estraneo. Alla luce di quanto sopra, non può destare meraviglia il fatto che il «mafioso si sente cattolico»: infatti «nella società siciliana essere o apparire cattolici è molto importante, ricordiamo che in dialetto si dice ‘cristiani’ per indicare gli esseri umani». Pur non dimenticando che anche nel periodo borbonico uomini e organizzazioni che possano essere considerati tali vi fossero, per Lupo la mafia, almeno nelle forme arcaiche, «nasce nel periodo di transizione, del passaggio dallo Stato borbonico a quello unitario». Si potrebbe dire che con l’unità l’Italia scopre la mafia. Inoltre, a smentita di quanti pensano che le autorità pubbliche non avessero compreso la gravità del fenomeno, ricorda documenti ufficiali che dimostrano proprio il contrario. Da essi traiamo l’indicazione di alcuni fatti e comportamenti che caratterizzeranno la storia della mafia come:
a) la deferenza dei mafiosi verso le élites;
b) il loro radicamento territoriale;
c) la polizia scopre quello che le è ben noto.
Può destare sorpresa un’affermazione come quella che lo storico formula affermando che con la mafia nasce anche l’antimafia, naturalmente non l’antimafia come si manifesta platealmente oggi, ma come resistenza al potere mafioso in quanto incompatibile con i fondamenti di una società liberale che considerava la proprietà, ed i mafiosi aggredivano la proprietà, la base dell’ordine sociale. Ne è esempio la forte reazione nel momento in cui viene ucciso Notarbartolo, ma quest’ultima reazione venne subito soffocata da quella visione culturalista che alimenta il sempre presente sicilianismo.
In merito all’operazione Mori, manifestazione massima dell’antimafia fascista, Lupo non ha dubbi nell’affermare che, al di là degli aspetti propagandistici, particolarmente curati dalla comunicazione di regime, si potrebbe definire «una variante regionale della generale epurazione del Partito nazionale fascista, intrapresa dalla segreteria di Augusto Turati a partire dal ‘26», cioè espressione della lotta di potere interna al partito diretta alla liquidazione della fazione di Farinacci. Non a caso viene scelto a condurre l’operazione un uomo che avrebbe potuto essere considerato un nemico del fascismo e che in Sicilia ne sia stata, illustre, vittima Alfredo Cucco, l’esponente più importante del movimento fascista che faceva capo a Farinacci. A giudizio di Lupo, l’impatto mediatico fu notevole, i risultati certamente inferiori alle aspettative anche perché, afferma l’A., il fascismo non ha mai chiamato la classe dirigente locale a rendere conto delle sue complicità. Un risultato positivo da accreditare ai fascisti lo evidenzia, però, Savatteri, scrivendo che i fascisti «furono i primi a presentare la mafia come un disvalore in sé, da condannare e rifiutare, quantomeno nelle prese di posizioni pubbliche».
Un tema delicato, e controverso, è quello dei rapporti con l’altra sponda dell’Oceano. Se è vero che i rapporti fra mafia siciliana e americana sono stati stretti in ogni tempo, a giudizio di Lupo è solo negli anni del primo dopoguerra che, attraverso il trasferimento di mafiosi “molto qualificati”, si forma il gruppo costitutivo di Cosa Nostra. A quest’esodo diede una mano il fascismo, molti fuggirono per non incappare nella repressione fascista, ma molti erano andati in America per ragioni pratiche; negli States, infatti, l’emigrazione era «fruttifera, perché in America c’era il proibizionismo e lì avrebbero fatto i soldi». Cosa nostra cambia il modo di operare della criminalità mafiosa, mentre infatti la “Mano nera”, l’antecedente di Cosa Nostra, praticava il crimine all’interno della comunità italiana, la nuova Mafia, composta da soggetti integrati, estende ora la sua perversa attività all’intera società americana.
In ogni caso, fra le due sponde c’è sempre stato un rapporto forte che neppure il fascismo riesce a spezzare.
Ed a proposito di questo rapporto, Lupo manifesta la sua diffidenza su certe tesi oleografiche relative al contributo che la mafia, e soprattutto Lucky Luciano, hanno dato allo sbarco degli Alleati in Sicilia del ’43 e al coinvolgimento  della stessa come interlocutore privilegiato (principalmente gli americani) negli anni dell’amministrazione dell’Amgot. Se patto ci fu fra Cosa nostra e governo americano, e la liberazione di Luciano condannato a trent’anni lo dimostra, fu quello di scambiare la liberazione di boss contro l’impegno a tenere buoni i sindacati dei lavoratori del porto di New York, e questo per garantire l’ordine ed evitare scioperi ostruzionistici in un momento in cui era necessaria “massima compattezza” per vincere la sfida bellica.
Sull’argomento conclude, affermando, che molte tesi sulla collaborazione fra americani e mafia sono frutto di fantasia come è frutto di semplificazioni banali «l’idea secondo la cui qualcuno a Washington abbia tramato per promuovere le fortune della mafia».
Più delicata, e complessa, è l’interpretazione che Lupo dà della mafia nel dopoguerra, soprattutto in relazione agli eclatanti episodi di terrorismo mafioso. Forte, ma condivisibile, è la sua affermazione a proposito della strage di Portella delle Ginestre: «se la strage ha un senso politico regionale - afferma - è quello di radicalizzare lo scontro aumentando il valore del sostegno della destra (di alcuni gruppi della destra) alla Dc». Ed a proposito del gran parlare di mafia da parte della sinistra, Lupo afferma come siano penetrati nella cultura in generale del mondo della sinistra le convinzioni che parlare di mafia sia necessariamente parlare contro la mafia o che l’antimafia debba, anche qui necessariamente, coincidere con un discorso di sinistra. Di questo assunto è corollario che la polemica sulla mafia, del Pci fu fatta coincidere con quella contro la Dc. Il guaio, secondo l’autore, è che negli anni cinquanta «l’immagine della mafia viene elaborata esclusivamente attraverso la lente della politica ed in una logica fortissima di schieramento».
E arriviamo agli anni del sacco di Palermo e alle guerre di mafia che insanguinano, soprattutto le strade palermitane. Lupo ridimensiona la tesi di una mafia delle campagne che si muove alla conquista della città: «la mafia del sacco edilizio – afferma - è palermitana … legata agli interessi delle élites fondiarie delle borgate e dell’hinterland, le cui aziende ha sempre controllate attraverso una rete di intermediari
commerciali e di guardiani».
Anche quella dei corleonesi, che impongono uno stile, piuttosto che diverso, più dinamico, può essere considerata un’appendice di quella palermitana.
Essa mafia fa valere la propria “rendita di posizione” intendendo sfruttare i benefici che derivano dall’enorme aumento del valore dei terreni «che da sempre presidiano». Il contrasto, quello delle forze ad esso deputate, non si manifesta all’altezza del compito, non lo sarà per molto tempo. E tuttavia qualcosa cambia con la strage di Ciaculli, «la strage – sostiene Lupo - fa della mafia (finalmente) un problema di ordine pubblico». L’istituzione della Commissione parlamentare antimafia è la risposta più alta che in quel tempo si mette in campo. E proprio sulla Commissione, Lupo afferma che i suoi materiali più interessanti, pur contenendo risposte significative, non sono stati adeguatamente letti mentre ci si è soffermati, e le relazioni di maggioranza ma anche di minoranza lo dimostrano, su aspetti già noti nel dibattito pubblico. A questo proposito piglia ad esempio la vicenda del giudice Terranova ucciso, a suo giudizio, per le idee più precise e per le analisi più approfondite che si era fatte nel corso della sua attività di parlamentare componente della Commissione antimafia.
Fra le idee sbagliate, ed in questo caso prende in esame l’assassinio del procuratore Scaglione, c’è quella che «la mafia non ammazzi magistrati o uomini dello Stato, se non nel caso siano suoi complici».
A partire dagli anni ’70 inizia la mattanza ad opera dei corleonesi che, a dire di Lupo, hanno realizzato una sorta di colpo di Stato al suo interno, e che tentano «di fare di Cosa Nostra qualcosa di simile alla sua leggenda: una superorganizzazione, con un supercapo». Mentre comincia ad emergere l’idea che sia necessario da un lato dare vita a specifiche strutture inquirenti ma, anche, ricorrere a provvedimenti emergenziali che vanno al di là anche del garantismo e del legalitarismo che anche a sinistra è radicato e preteso, i corleonesi alzano il tiro innescando un meccanismo perverso di azione e reazione. «Ogni delitto di mafia provoca allarme e la ricerca di nuove soluzioni. Ogni nuova soluzione provoca una sanguinosa reazione». In questa sequenza, perversa, lo Stato appare perdente perché le sue reazioni sono più lente a causa delle regole che ne impacciano l’azione. Si verifica, in quegli anni, qualcosa di simile a quanto già era avvenuto per il terrorismo, «Cosa nostra uccide per ostentare il proprio potere, per lanciare un messaggio intimidatorio poderoso, ma generico, alle classi dirigenti e all’opinione pubblica».
Ma, proprio il massimo di arroganza, produce una, forse inaspettata, reazione dell’opinione pubblica. Si tratta di un movimento minoritario cittadino e borghese, che mette in difficoltà il «moderatismo comunista» carico di “presunzione di superiorità” che consente ai discorsi radicaleggianti di Orlando di trovare un’enorme audience da farne un leader dell’antimafia. A fronte di questo, però, i partiti e la sinistra in particolare, mostrano un grave ritardo culturale e politico. «L’antimafia che nasce porta in qualche maniera ad un nuovo senso dello Stato», «segmenti di istituzioni a lungo considerati come la faccia cattiva dello Stato ‘separato’ ? polizia,carabinieri, magistratura penale si trasformano in campioni della società civile».
Un giudizio che consideriamo poco condivisibile è quello che Lupo dà della gerarchia e segnatamente del cardinale Pappalardo. Sulla scorta della interpretazione non benevola della sociologa Alessandra Dino, Lupo formula ampie perplessità sulla azione dell’alto prelato, soprattutto in relazione alla prima parte del suo magistero caratterizzata dalla stretta nei confronti di preti che avevano assunto posizioni ‘politicamente eterodosse’. Lupo, come d’altra parte la Dino nell’interpretare il comportamento di Pappalardo non tengono infatti conto delle difficoltà in cui un uomo di chiesa si trova ad operare. Difficoltà che nascono dalla specificità del magistero che vede la centralità dell’uomo e la sua conversione. Le interpretazioni sociologizzanti mal si sposano con il magistero della Chiesa.
Stimolato da Savatteri, Lupo si sofferma anche su due vicende che hanno segnato il dibattito pubblico sulla mafia. La prima, quella innescata dalla polemica di Sciascia sul cosiddetto professionismo antimafioso. Quella presa di posizione, Lupo la fa risalire a una pregiudiziale personale dello scrittore di Racalmuto, comune alla vecchia sinistra, sintetizzabile nell’idea che la repressione statale finiva per colpiredeboli e oppositori. «L’antimafia – scrive Lupo interpretando la posizione di Sciascia – è mossa da interessi, e la sua aspirazione alla riforma morale non deve nascondere l’intenzione politica».
Della posizione di Sciascia dà un giudizio negativo ma dà anche un giudizio negativo sul comunicato del coordinamento antimafia che «mascherandosi da società civile, rifiutava di pensarsi come una parte politica, e dunque di ammettere la liceità di posizioni diverse dalla sua». La seconda, il valore della “cantata” di Buscetta e il suo reale peso. Lupo considera il personaggio, come esponente della cosiddetta terza mafia, non appartenente a quella d’oltreoceano né a quella palermitana, ma di quella che si carica del compito di “esternalizzazione del rischio”. Condividendo Falcone, accetta l’idea che Buscetta sia stato importante per il fatto che ha fornito le coordinate per orientarsi nella comprensione della mafia.
La parte finale del volume è dedicata a questi ultimi anni, ed è estremamente interessante perché interpreta le cronache recenti con gli strumenti e l’intelligenza di uno storico che vuole separare le ragioni politiche dall’analisi della realtà. «La lotta alla mafia – afferma Lupo, che incline alla cautela appare, quasi, infastidito per le tante analisi dietrologiche – deve dare quello che può dare e deve essere valutata per quello che ha dato e sta dando. Il resto è lotta politica». Così rifiuta di vedere una sorta di “trama occulta” per spiegare il perché le simpatie di alcuni mafiosi andarono al partito di Berlusconi nel ’94, osservando che essi indirizzarono «i loro consensi verso la nuova offerta politica di area ‘moderata’ come fecero tanti gruppi di interesse, e milioni di cittadini italiani». Ed ancora, che le stragi volute dai corleonesi, furono un tentativo, sbagliato, in quanto indicano «la rottura fra mafia e Stato». Chiara è, ancora, la sua interpretazione dell’attività terroristica mafiosa: «allo stato delle mie conoscenze, continuo a ritenere la scelta terroristica dei primi degli anni Novanta come il frutto di una sorta di estrema coazione a ripetere, da attribuirsi in prima battuta a quanti su quella strategia più di altri avevano puntato, sino a farne un marchio di fabbrica: Riina e soci». Sui processi politici, e il riferimento è al procuratore Giancarlo Caselli relativamente al processo Andreotti, non ha remore ad affermare che «non è forse sbagliato che la prova debba essere più solida di quanto avviene nei processi di altra natura». A conclusione dell’analisi serrata, di fronte alla provocazione di Savatteri sulla possibilità di ipotizzare un futuro senza mafia o con una mafia legalizzata, Lupo risponde in maniera chiara che «è necessario approntare strumenti più sofisticati (analitici, legali e operativi) per definire le dinamiche operanti negli strati più profondi della società, per limitare i poteri nascosti, che, sovrapponendosi a quelli legali e costituzionali, finiscono per negare il diritto di ognuno».
Pasquale Hamel

L'Amministrazione Comunale sciupa denaro pubblico per una "mangiata" a cui non ha saputo dare un senso strategico e Nino Montalbano propone ...



mercoledì 29 giugno 2011

L'Istituto Comprensivo Scolastico di Contessa Entellina conserverà l'autonomia ? dipende da cosa ne pensa il Commissario dello Stato

ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA
MARTEDI’ 28 GIUGNO 2011
266ª SEDUTA-stralcio resocontoSeguito della discussione del disegno di legge «Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche della Regione siciliana» (nn. 521-536 Stralcio/A)



PRESIDENTE. Si procede con il seguito della discussione del disegno di legge nn. 521-536 Stralcio/A «Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche della Regione siciliana», posto al numero 3).
Invito i componenti della I Commissione a prendere posto al banco delle Commissioni.
Onorevoli colleghi, se non sorgono osservazioni, visto che l’onorevole Vinciullo non è presente in Aula, farà le veci di relatore l’onorevole Cordaro, segretario della commissione.
Ricordo che nella precedente seduta era stata chiusa la discussione generale ed era stato votato ed approvato il passaggio all’esame degli articoli.
Si passa all’articolo 1. Ne do lettura:
«Articolo 1
Attività didattiche
l. Alla fine del comma 6 dell'articolo 2 della legge regionale 24 febbraio 2000, n. 6, è aggiunto il seguente periodo: Nei comuni inseriti negli ambiti territoriali di cui all'articolo 3 della legge 15 dicembre 1999, n. 482 e successive modifiche ed integrazioni, tali indici di riferimento possono essere ridotti a 100 alunni».

Onorevoli colleghi, comunico che all’articolo 1 è stato presentato dall’onorevole Cracolici l’emendamento 1.1, interamento sostitutivo dell’articolo, al quale hanno chiesto di apporre la firma gli onorevoli Maira, Cordaro, Apprendi e Bufardeci.
Lo pongo in votazione. Il parere della Commissione?
CORDARO, segretario della Commissione. Favorevole.
PRESIDENTE. Il parere del Governo?
TRANCHIDA, assessore per il turismo, lo sport e lo spettacolo. Favorevole.
PRESIDENTE. Chi è favorevole resti seduto; chi è contrario si alzi,

(E’ approvato)
Si passa all’articolo 2. Ne do lettura:

«Articolo 2
Norma finale
1. La presente legge sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana.
2. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione».

PRESIDENTE. Chi è favorevole resti seduto; chi è contrario si alzi,

(E’ approvato)

Comunico è stato presentato dagli onorevoli Barbagallo ed altri l’ordine del giorno n. 569 “Iniziative per il pagamento degli oneri relativi alle visite fiscali in favore delle scuole siciliane”.
Il parere del Governo?
TRANCHIDA, assessore per il turismo, lo sport e lo spettacolo. Favorevole.
PRESIDENTE. Lo pongo in votazione. Chi è favorevole resti seduto; chi è contrario si alzi.

(E’ approvato)

Votazione finale per scrutinio nominale del disegno di legge «Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche e storiche della regione siciliana» (521-536/A)

PRESIDENTE. Si passa alla votazione finale per scrutinio nominale del disegno di legge Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche e storiche della regione siciliana» (521-536/A)
Indìco la votazione per scrutinio nominale.
Chiarisco il significato del voto: chi vota sì preme il pulsante verde; chi vota no preme il pulsante rosso; chi si astiene preme il pulsante bianco.
Dichiaro aperta la votazione.

(Si procede alla votazione)
Dichiaro chiusa la votazione.
Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo l'esito della votazione per scrutinio nominale:

Presenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47
Votanti . . . . . . . . . . . . . . . . .  . . 46
Maggioranza . . . . . . . . . ... . . . . 24
Favorevoli . . . . . . . . . . . . . . .. . 46

(L'Assemblea approva)

27 rappresentanti del popolo siciliano (su 90) sono indagati dalla Magistratura

Corruzione, concussione e peculato sono solo alcuni dei capi d'accusache pendono sui rappresentanti del popolo.

Con l'arresto, due giorni fà di Cateno De Luca sono complessivamente 27 su 90 i parlamentari regionali siciliani che sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla magistratura per una serie di reati che vanno dalla corruzione e concussione al peculato, dalla truffa all'abuso d'ufficio e falso.
Essendo un costume diffuso, ovviamente, tra costoro non poteva mancare anche la punta istituzionale più alta: il governatore Raffaele Lombardo è infatti, pure lui, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Lo stralcio della sua posizione da parte della procura di Catania, avvenuta qualche settimana fà, sarebbe però, secondo i bene informati, propedeutica alla richiesta di archiviazione.
Nella corrente legislatura (iniziata tre anni fà) gli ordini di custodia cautelare hanno raggiunto finora quattro deputati.
Oltre a De Luca sono finiti in manette: il deputato del Pid Fausto Fagone, (concorso esterno, nell'ambito dell'inchiesta catanese "Iblis"); Gaspare Vitrano del Pd, accusato di avere intascato una tangente da un imprenditore del settore fotovoltaico e che ieri è stato rimesso in libertà anche se nei suoi confronti i giudici hanno disposto la misura del divieto di soggiorno in Sicilia.
Agli arresti domiciliari è finito anche il deputato ragusano del Mpa Riccardo Minardo per una truffa ai danni dello Stato e dell'Unione europea.
Tra gli indagati c'è Franco Mineo, il deputato di Forza del Sud ritenuto prestanome dei boss del quartiere palermitano dell'Acquasanta, sul quale pende una richiesta di processo per intestazione fittizia di beni, usura, concussione e peculato.
L'Ars ha salvato con il voto d'aula (è il modo con cui in Sicilia una mano lava l'altra) lo scranno di Santo Catalano, il deputato del Pid che aveva patteggiato una condanna per falso e abuso d'ufficio nell'ambito di una vicenda di abuso edilizio. Con voto a scrutinio segreto e trasversale, è stata respinta la richiesta della commissione verifica poteri che aveva deliberato la decadenza del politico per "incandidabilità originaria

I siciliani sono sempre più poveri


In Sicilia sono ormai tante le famiglie che faticano ad "arrivare alla fine del mese", secondo una recente "Indagine Demopolis".
L’era berlusconiana, che dura ormai da un bel po’, si sta caratterizzando col progressivo impoverimento dei ceti medi, l'aumento del costo della vita e l'assenza di concrete prospettive di lavoro per le nuove generazioni.
In Sicilia l’unico vero ammortizzatore sociale si sta rivelando, come è sempre accaduto, il sostegno intra-familiare (nonni, zii, genitori), che permette di mantenere accettabile il tenore di vita di chi ancora studia o svolge saltuariamente lavori precari.
Il tasso di inattività fra i giovani è pericolosamente in crescita, e spicca la percentuale di quanti non studiano più ed hanno pure smesso di cercare lavoro.
Il 48% dei siciliani considera peggiorata, negli ultimi tre anni, la situazione economica della propria famiglia.
Sono 7 su 100 i pochi fortunati che possono dire migliorato il proprio tenore di vita nell'ultimo triennio, sono i top manager delle aziende pubbliche ed i cosiddetti “politicanti”. Per questa fascia del parassitismo sociale pare che tutto vada a gonfie vele..
Migliaia di famiglie vivono con la preoccupazione del domani.
L’ultimo triennio sta mettendo progressi vivamente in difficoltà la classe media, quella a reddito fisso.
Si modificano nell'Isola i comportamenti e le abitudini di consumo. Il 58% dei siciliani va alla ricerca di beni in saldo o di punti vendita più economici per l'abbigliamento.
La maggioranza assoluta afferma di aver ridimensionato le spese per il tempo libero ed i pasti fuori casa; ma aumenta anche, per il 51%, la tendenza all'acquisto di prodotti alimentari più economici o in discount
Si avverte, tra i cittadini, una profonda disattenzione del governo Berlusconi nelle politiche per il Sud, ma anche un gravissimo ritardo - da parte della Regione Siciliana - nella gestione dei fondi europei per lo sviluppo e per la crescita dell'occupazione nell'Isola.
Crescono spaventosamente, come abbiamo riferito più sopra, le sperequazioni: e cioè a dire, mentre si incrementa il benessere delle classi ad alto reddito, si assiste ad un progressivo impoverimento dei ceti medi ed all'estensione dell'area dell'indigenza.
Chi sono i "nuovi poveri" della Sicilia ?
Secondo l'indagine Demopolis, sono oggi in difficoltà soprattutto i nuclei familiari monoreddito con figli e gli anziani con pensioni minime o sociali; in situazione di debolezza appaiono pure i disoccupati e le giovani famiglie, spesso con un lavoro precario e senza immobili di proprietà.
La crisi ha colpito, negli ultimi mesi, diversi nuclei familiari che non molti anni addietro godevano di un accettabile tenore di vita
Aumenta inoltre la percentuale di chi vive in rosso: quasi una famiglia su dieci - secondo l'indagine di Demopolis - ha fatto ricorso per gli acquisti, molto più che in passato, a prestiti, finanziamenti e soprattutto al credito al consumo.

Produttori agricoli danneggiati dall'emergenza Escherichia Coli.

ALPA - Sicilia: ecco come accedere agli aiuti dell'Ue per la "Escherichia Coli".

Sono state diramate dal Ministero per le risorse agricole le disposizioni attuative di quanto previsto dal regolamento comunitario n.585 del 17 giugno 2011 per supportare i produttori agricoli danneggiati dall'emergenza Escherichia Coli.
Saranno dunque ammesse agli aiuti le seguenti produzioni: pomodori, lattughe, indivie, cetrioli, peperoni e zucchine.
Gli aiuti economici possono essere richiesti per ritiri dal mercato o raccolta verde o mancata raccolta che sono avvenuti o avverranno entro il prossimo 30 giugno.
Gli aiuti sono modulati diversamente nei casi di intervento tramite Op o di socio singolo e a seconda che si tratti di ritiro dal mercato, raccolta verde (raccolta prima della maturazione e quindi per prodotto non commerciabile) o mancata raccolta.
Le OP o i produttori in proprio, entro le ore 10,00 del giorno lavorativo precedente alla data di ritiro o della raccolta verde, sono tenuti a comunicare il tutto all’Organismo delegato al controllo dei programmi operativi, che nel caso della Sicilia è la Regione, per il tramite degli Ispettorati provinciali dell'Agricoltura.
Inoltre possono partecipare alle misure eccezionali di sostegno solo i produttori in regola con la costituzione e l’aggiornamento del fascicolo aziendale.
Le sedi del centro di assistenza agricola dell’ALPA sono a disposizione per fornire assistenza ai produttori che fossero interessati alle misure per l'emergenza escherichia coli messe in campo dall'Unione Europea.

Palermo 29.06.2011
Il Presidente
Salvatore Sparacio

La pensione dei regionali

Fonte Quotidiano di Sicilia

Il costo annuale del Fondo Pensioni Sicilia (ossia l'organizzazione), gestito da dipendenti a carico della Regione, in locali con sistemi informativi e organizzazione sempre della Regione, costa 8 milioni di euro l'anno.
I Baby pensionati della Regione Sicilia.
121 dipendenti andati in pensione anticipatamente nel 2004;
138 nel 2005,
125 nel 2006,
165 nel 2007,
196 nel 2008 
230 nel 2009.
In totale circa mille.

martedì 28 giugno 2011

Stagione estiva e religiosità

Nella solennità del Corpus Domini, l'amministratore parrocchiale della Favara, padre Giorgio Ilardi ha presieduto nel tardo pomeriggio di domenica, la celebrazione eucaristica davanti ai fedeli radunati in chiesa per partecipare anche alla grande processione cittadina, che suole accompagnare devotamente lungo le strade l'ostensorio, portato dallo stesso sacerdote, e coadiuvato nell'occasione da papas Sepa Borzì e dal diacono Luciano Aricò, sotto il baldacchino tenuto dagli uomini della parrocchia.
Una processione seguita da un grande numero di fedeli, greci e/o latini, come avviene da molti mesi in quà, da quando è stata mandata, finalmente, in soffitta la "Teologia delle porte chiuse", o come taluno l'ha apostrofata "la Teologia della discriminazione etnica".
Ieri pomeriggio, poi, padre Giorgio Ilardi ha celebrato i vespri e dopo la messa, davanti ad un numeroso drappello di fedeli, nell'antica cappella di Sant'Antonio (di Firenze), a Bagnitelle.
E' una tradizione che si ripete ogni anno grazie alla sollecitazione e alle premure della famiglia Rizzuto/Glaviano che da decenni cura il decoro del luogo.
Anche qui erano numerosi i contessioti, senza che alcuno curasse il censimento se fossero greci o latini.

Mulini di Bagnitelle

I primi mulini, lungo il corso del Seniore, furono costruiti, durante il Medioevo, nei pressi dei castelli e delle torri normanne, per essere ben protetti dalle guarnigioni e servire come rifornimento di farina ai nascenti borghi.

Sbagliare si può, correggere si deve.

Contessa Entellina è il paese da cui il Blog trae la gran parte dell'ispirazione su tutto ciò che viene scritto.
Da qui possiamo scrivere l'assurdo, eppure quest'assurdo risulta aderente a ciò che accade con grande frequenza e ordinarietà.
Per esempio:
Sul piano religioso
Aggiungi didascalia
1) chi si dichiara cristiano, in ogni parte del mondo, gioisce se nella propria chiesa, nella propria parrocchia, arrivano credenti, fedeli o comunque individui di altre provenienze ed esperienze. A Contessa Entellina, non è così: i "veri latini" (per fortuna pochini, rispetto ai normali latini, che sono tanti) sono capaci di organizzare una "questione" se degli "intrusi" vogliono frequentare la "loro chiesa".  Chiesa "loro" che da mesi non frequentano, se non per esibirsi in piccoli "show".
Il Vangelo che in ogni parte del mondo viene annunciato a chiunque, qui da noi, a Contessa Entellina, andrebbe portato solamente alla razza prediletta dei "veri latini".
Sul piano politico-amministrativo
2) in ogni comune d'Italia la "maggioranza politica", i sostenitori del sindaco", hanno interesse a far funzionare al meglio le istituzioni, di cui hanno la responsabilità. Qui da noi, a Contessa Entellina, l'Opposizione si fa carico di garantire la presenza ed il numero legale in Consiglio Comunale, presenta emendamenti migliorativi al Bilancio di Previsione, si adopera per la trasparenza.
 Di contro i sostenitori del sindaco che fanno ? 
Si assentano dalle sedute del Consiglio Comunale; se ci vanno lo fanno solo per farsi rilasciare dal Segretario Comunale l'attestazione di presenza che servirà per giustificare il giorno di assenza dal posto di lavoro. E' quanto accaduto ieri sera: i lavori del Consiglio non hanno potuto, infatti, svolgersi perchè si sono presentati solamente i sei consiglieri dell'Opposizione (Guarino, Cuccia, Fucarino, Cannizzaro, Spera, Stranci), mentre gli amici del sindaco si sono assentati (Reina, Tamburello, Monteleone), ovvero si sono presentati solo per farsi rilasciare l'attestazione e subito lasciare l'Aula dei lavori (Martorana e Lala). 
3) Solo a Contessa Entellina capita che un sindaco elabori uno schema di Bilancio e poche ore prima della seduta consiliare che deve discuterlo lo ritiri perchè roba da cestinare, invece di eventualmente proporre all'organo deliberativo di "emendare" i possibilissimi ed umani inconvenienti.
L'assurdo, da noi, a Contessa Entellina, è divenuto da qualche tempo, ordinario.
Non per questo cesseremo di raccontarlo. Lo facciamo nella speranza che finalmente ognuno, per la propria competenza, cominci a vergognarsi davanti al mondo per l'assurdo che produce sapendo che il Blog è seguito in Europa, Americhe, Asia, Africa ed Asia.
Si, contiamo di poter avere un paese migliore attraverso questo percorso.

lunedì 27 giugno 2011

Quel gruppo che non trova pace. Il fanatismo non dona pace, perchè individua sempre nuovi nemici

 Peppino è un contessioto sincero.
 Ama il suo paese e tutti i suoi abitanti, che siano laboriosi o perditempo, impegnati sul civile o "lagnusi", latini o greci.
Pur amando ogni pietra con cui è costruito il suo paese, ha bisogno di raggiungere di tanto in tanto Palermo per mantenere un giudizio distaccato e non eccessivamente "sciovinista".
Oggi era la giornata in cui Peppino, uomo amante dell'arte, si sarebbe dovuto aggirare nei paraggi di Palazzo dei Normanni, della Cattedrale e poi scendere lungo l'antica strada del Cassaro.
Peppino non ha creduto ai suoi occhi: lo stesso quartiere palermitano oggi è stato meta di altri contessioti. Uno sparuto gruppo di contessioti, ben noti nel nostro piccolo paesino, si aggiravano fra i palazzi sacri e non cercando la "verità".
Si aggirava (il gruppo) nei pressi della facoltà teologica di San Giovanni Evangelista, ma ha scoperto, all'improvviso come Paolo sulla strada di Damasco, che la "verità" avrebbero potuto trovarla a casa propria, chiudendosi in una stanza ed interrogando la propria coscienza.
Peppino non andò incontro al gruppo, ma si propose di fare sapere al Blog che "chi non ha fede" girerà il mondo, sarà sempre alla ricerca della perfezione, ma non troverà mai la "serenità".
Questa, la serenità interiore, non abita fuori da noi, ma è dentro di noi. Cerchiamola senza scomodare nè le Autorità Ecclesiastiche, nè i presunti buoni pastori.
Interroghiamoci prioritariamente per sapere se cerchiamo la pace, "quella che viene dall'alto" o la guerra ed il male del prossimo.
L'amico di Peppino

Questa sera Consiglio Comunale, a Contessa Entellina

Ieri alla sacra del grano ha partecipato tanta gente, ma non tanta però da poter consumare kg. 180 di salsiccia ....etc. etc.
Riteniamo non sia nostro compito, ma dovere del sindaco nei prossimi giorni dare un preciso "riepilogo" dei consumi e dei benefici. Pare che questa iniziativa, in alcuni posti, la chiamino "operazione trasparenza".
L'unica cosa che in questa sede vorremmo evidenziare è che iniziative come quella con cui si è voluto promuovere ... il grano (sic. !)..., non inserite in un contesto di valorizzazione del territorio, dello specifico locale, senza una logica su ciò che si vuole conseguire, non accompagnate da occasioni di riflessioni e programmazione, simili iniziative -dicevamo- sono pura e semplice manifestazione di impotenza degli amministratori, sono sciupii di risorse pubbliche, sono nient'altro che sollecitazioni allo stomaco pubblico.
Una volta si chiamavano "demagogia" da impotenza.
Questa sera il sindaco, reduce dalla manciata, tornerà in Consiglio Comunale: dovrà illustrare l'ennesima bozza di Bilancio di Previsione 2011 al Consiglio Comunale. Forse dovremmo dire che questa sera il sindaco "dovrebbe" illustrare l'ennesima bozza; nessuno infatti è in grado di assicurare che il sindaco non decida di cestinare questa ulteriore bozza, come accaduto ad altro documento, sempre da lui elaborato e da lui cestinato. Egli potrebbe infatti ritenere che anche questa ulteriore "versione" sia "roba da cestinare".
L'unico inconveniente che gli si presenta è che questa bozza di Bilancio 2011 arriva in Consiglio quando l'anno ormai volge al suo secondo semestre. L'anno 2011 ormai si avvia al declino e Contessa Entellina deve ancora discutere il Bilancio 2011.
Ci auguriamo, comunque, che tutti gli emendamenti presentati dall'Opposizione vengano approvati: sappiamo che nella loro sostanza vanno ad intaccare quelle voci che stanno tanto a cuore al sottobosco politico. Si tratta delle spese per professionisti, incarichi e cose del genere.
Questo mondo del "sottobosco" sappiamo che ormai in tutta la Sicilia vive giorni di terrore. Da quando la Provincia Regionale di Palermo (per meglio dire il Consiglio di quell'ente) ha dimostrato coi fatti che il costo della politica si può ridurre sul serio (avendo ridotto il numero degli assessori), tutti ora pensano che analoghe iniziative fioriranno -a macchia d'olio- in tutti gli enti locali della Sicilia.
Sono a rischio infatti, con nostra gioia, ossia con gioia di chi è tartassato dai partassiti,
- le consulenze
- gli incarichi di progettazioni
- i faccendieri
- i designati nei consigli di amministrazione
La lotta agli sprechi della politica, da semplice annuncio, è infatti diventata una bandiera già innalberata dai Consiglieri di Opposizione pure al Municipio di Palermo e di altri piccoli comuni della provincia.
Come ci piacerebbe che venissero -questa sera- approvati gli emendamenti in Consiglio Comunale, a Contessa Entellina.
Come ci piacerebbe se l'Opposizione, sulla scia di quanto avvenuto alla Provincia Regionale riducesse con una modifica allo Statuto, nei prossimi giorni, il numero degli assessori-pensionati di Contessa Entellina.
Come ci piacerebbe che alle eventuali prossime edizioni delle "sacre paesane" venisse dato un senso !

Agricoltura siciliana depressa, rete commerciale prospera

L'agricoltura siciliana è in crisi. I costi di produzione sono notevoli ma i costi di vendita (del produttore) non sono assolutamente  remunerativi.
Il consumatore però compra a prezzi quintuplicati perchè la catena commerciale impone (presso il produttore) prezzi sempre più bassi e al contadino, su questa dinamica restano solamente gli spiccioli,  mentre il commerciante, i commercianti che operano sui mercati all'ingrosso e forniscono anche i mercati del continente viaggiano in Ferrari.

Un esempio.
Quelli che seguono sono alcuni dei prezzi medi rilevati venerdì scorso al mercato ortofrutticolo all'ingrosso di Vittoria
fagiolini bobby................0,90 €
fagioli borlotti..................0,90 €
melanzana lunga........... ..0,15 €
peperone rosso............... 0,40 €
peperone verde............... 0,20 €
patate..............................0,40 €
pomodoro rosso............. 0,15 €
pom. ciliegino................. 0,30 €
pom. datterino................ 0,60 €
pom. piccadilly............... 0,20 €
melone cantalupo........... 0,30 €
melone giallo...................0,35 €
anguria.......................... 0,20 €
CEREALI.
Ecco le quotazioni in euro al chilo per merce franco mulino oltre Iva:
grano duro biondo siciliano buono mercantile 0,270/0,280;
avena 0,250;
granone yellow silos 0,260; farina di soia di lavorazione nazionale con il 50% di proteine su Ravenna 0,320;
carrube frantumate 0,220;
polpa di bietola cubettata di provenienza nazionale 0,250;
favino inglese 0,350;
orzo nuovo raccolto franco magazzino grossista 0,180

domenica 26 giugno 2011

III sacra del grano. L'Unione Europea non incoraggia la produzione granaria, ma il nostro Comune ....

mentre si scaldano i fornelli

Stand per il ristoro

Momenti di una domenica particolare patrocinata dalla Pubblica Amministrazione: III° giornata del grano


 
Papas Nicola, ormai parroco della Chiesa della Martorana (a Palermo)
con i ragazzi in costume albanese che si esibiscono
in canti della tradizione
 

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Spiazzo Greco: bancarelle e gente
  

 



Diga Gargia. Ennesima "promessa" ?

Presto potrebbe essere elevato il livello di contenimento della diga Garcia fino a 29 milioni di metri cubi.
Salvino Caputo, presidente della commissione regionale Attività produttive dell'Ars, ha annunciato la presentazione del progetto tecnico, entro il 31 luglio, per la realizzazione delle opere di adduzione e distribuzione irrigua.
Il costo dell'intervento, 10 milioni di euro che saranno finanziati con i fondi provenienti dal Fondo nazionale per le opere irrigue dal momento che l'invaso è di pertinenza del Consorzio di bonifica 2.
È quanto emerso al termine dell'audizione tenutasi in commissione, qualche giorno fà, cui hanno partecipato, oltre a Caputo, il dirigente generale del dipartimento Infrastrutture Salvatore Barbagallo, i sindaci dei comuni di Monreale, Roccamena, Camporeale, Santa Ninfa, Salaparuta, Poggioreale, ed i tecnici che hanno realizzato il progetto. Mancava a quanto riportano i giornali, perchè 'probabilmente' impegnato nella preparazione della manifestazione di oggi (domenica) sulla "vastedda", il sindaco di Contessa Entellina.
«Dopo 25 anni di attesa - ha detto Caputo - verranno realizzati lavori di particolare importanza per lo sviluppo agricolo del territorio di Monreale e dei comuni ricadenti nel vasto comprensorio. Ai progettisti è stato conferito l'incarico di procedere alla realizzazione anche del secondo lotto dei lavori le cui somme verranno richieste al comitato interministeriale per la programmazione economica».
A noi, al blog, ai cittadini di Contessa Entellina, non resta che sperare nella bontà degli auspici che di tanto in tanto qualche politicante lancia, e sperare  in un sindaco migliore, che trascuri pure le manifestazione sulle "vastedde", di cui nessuno conosce l'obiettivo strategico per l'interesse e lo sviluppo del territorio, e si dedichi alle cose che contano.

sabato 25 giugno 2011

Piana degli Albanesi: un nuovo presbitero per l'Eparchia

Ordinazione Presbiterale del Diacono Rosario Caruso

Da sinistra: Rosario Caruso, prossimo presbitero
Papas Nicola Cuccia, parroco della Chiesa della Martorana, a Palermo
Papas Janni Pecoraro, Vicario dell'Eparchia di Piana degli Albanesi
La Cattedrale annunzia con gioia che il prossimo 29 Giugno, festa dei Corifei degli Apostoli Pietro e Paolo, il Diacono Rosario Caruso riceverà la Chirotonia presbiterale dalle mani del Vescovo Sotir.
La celebrazione avrà inizio alle ore 10.30 presso la nostra Chiesa Cattedrale. Preghiamo lo Spirito Santo appena festeggiato che guidi il nuovo sacerdote nel suo percorso di vita a servizio di Dio nell’uomo.

Regione. Chi ci governa ritiene di non avere una burocrazia sufficentemente numerosa. "Gli assessorati sono deserti", dice.

I politici (politicanti ?) siciliani o sono tondi, o fanno i finti tondi. Avendo una personale conoscenza dell'Assessore all'economia Armao, propendiamo nel dire che sono finti tondi.
Però nel terzo millennio essere amministratore pubblico non può implicare la "menzogna metodica".
Sentite come ha risposto quest'assessore ad un giornalista che gli evidenziava che 28.000 dipendenti per una regione di 5 milioni di abitanti sono troppi, a fronte dei 7.000 della Lombardia che di popolazione fà diecimilioni.

Cosa pensa dell’alto numero di impiegati alla Regione?

Ho fatto l’assessore al personale, come assessore alla Presidenza, ed ho presentato un disegno di legge sulla riorganizzazione del personale della Regione.
Io credo che bisognerebbe tornare su quella riforma perché è necessario che questo percorso si faccia nell’ambito di un riordino più ampio.
A Palermo vi sono gli assessorati vuoti perché i dipendenti sono sparsi su tutto il territorio e lavorano presso le condotte agrarie, gli uffici dell’ispettorato del lavoro e così si è creato il paradosso che l’assessorato alle infrastrutture non ha personale. Le soluzioni possibili erano o quella di riportare tutti i dipendenti a Palermo, ma avrebbe creato troppi problemi, o quella della digitalizzazione del lavoro che è la vera soluzione a questi problemi”.
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Non abbiamo dubbi.
L'assessore vive una realtà diversa da quella che i giornali descrivono.
Si, l'Assessore all'economia ignora le statistiche ed i raffronti con la regione Lombardia.
Egli lascia intendere che in Sicilia viga un decentramento amministrativo e che la Regione sia presente capillarmente sul territorio. Nei comuni sono stati addirittura soppressi gli uffici di collocamento, unica presenza fino a quache anno fà della Regione.
Le condotte agrarie (a che servono ?), i centri per l'impiego, sappiamo si trovino, riferendoci alla nostra zona, a Corleone .... a Menfi, ...
Di cosa parla l'assessore ?

Buone notizie dalla provincia regionale di Palermo: il numero degli assessori verrà ridotto

Un Ente inutile che, quanto meno, comincia a ridurre le spese
 Il consiglio provinciale di Palermo, a maggioranza, ha approvato la delibera di adeguamento dello Statuto della Provincia, che fra le varie modifiche prevede anche la riduzione a nove del numero degli assessori: tre in meno dei dodici attualmente in carica. Un concreto segnale sul fronte della riduzione dei costi della politica. Ma sulla regolarità della seduta adesso e' battaglia giuridica.
Palazzo Comitini - Via Maqueda a Palermo
L'atto deliberativo è stato approvato con 23 voti favorevoli, più un astenuto.
Hanno votato a favore i gruppi di opposizione, Pd, Idv, Udc, Mpa, Gruppo misto (Rifondazione comunista -Sel), il Fli, e si è aggiunto anche, risultando determinante, il voto di Giovanni Mammana capogruppo di Forza del Sud, partito che fa parte della giunta guidata dal presidente Giovanni Avanti.
Non hanno partecipato alla votazione i gruppi della maggioranza di centrodestra.
L'iniziativa è auspicabile che venga importata al Comune di  Contessa Entellina, dove la Giunta di Sergio Parrino -di quattro componenti- può da subito (approvando una deliberazione di modifica statutaria) passare a tre.
Quatro, tre, due, uno, nessuno, sul piano operativo/funzionale non cambierà nulla, infatti.
Gli attuali quattro appaiono null'altro che quattro pensionati di indennità di carica, il cui unico cruccio è il ritardo con cui arriva -mensilmente- il ventisette.

Iniziativa dell'Ars per rendere effettiva la tutela costituzionalmente sancita della minoranza arbëreshë in Sicilia

Il 28 giugno 2011 alle 16,oo, ossia il prossimo martedì pomeriggio, l'Assemblea Regionale discuterà i seguenti disegni di legge:
1) Norme in materia di riserve in favore degli enti locali;
2) Disciplina in materia di autorizzazioni all'insediamento dell'esercizio cinematografico;
3) Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche della Regione siciliana;
4) Norma in materia di aiuti alle imprese e all'inserimento al lavoro di soggetti svantaggiati. Proroga di termini;
5) Sgravi fiscali per incentivare l'imprenditorialità giovanile e femminile in Sicilia;
6) Costituzione dell'istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive.

Qui di seguito riportiamo il resoconto della trattazione avvenuta mercoledì pomeriggio, in riferimento alla salvaguardia dell'autonomia funzionale dell'Istituto Scolastico Comprensivo di Contessa Entellina, e di quanti altri si trovino nelle medesime condizioni, ossia sotto il rischio di essere tagliati dalla riforma Gelmini sulla scuola, per avere un numero di iscritti ridotto rispetto ai nuovi standard.

Discussione del disegno di legge «Norme in materia di tutela della minoranze linguistiche storiche della Regione siciliana» (521-536 Stralcio/A)

PRESIDENTE. Si procede con il disegno di legge nn. 521-536 Stralcio/A «Norme in materia di tutela della minoranze linguistiche storiche della Regione siciliana», posto al numero 2).
Invito i componenti la I Commissione a prendere posto al banco delle Commissioni.
Ha facoltà di parlare l’onorevole Cracolici, in sostituzione dell’onorevole Vinciullo, per svolgere la relazione.
CRACOLICI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo disegno di legge si pone l’obiettivo di utilizzare la legislazione concorrente, che è in capo all’ordinamento della Regione siciliana, per quanto attiene la materia dell’attività scolastica. In particolare, consentirà, qualora l’Aula dovesse approvarlo, di derogare ai princìpi del dimensionamento in alcuni comuni della Sicilia, la cui origine linguistica è specifica, in particolare i comuni di tradizione albanese, così come quelli di tradizione francofona, e di mantenere la specificità culturale consentendo l’autonomia scolastica e garantendo la possibilità di un percorso formativo presente in quel territorio.
Oggi c’è il rischio che le norme che sono state varate dal Parlamento nazionale, non solo mettono in discussione i dirigenti scolastici, perché si va col dimensionamento all’accorpamento delle funzioni, ma in alcuni casi é a rischio la presenza stessa delle scuole in alcuni comuni.
Questa norma intanto si pone l’obiettivo, in quei comuni dove c’è una specificità culturale ed etnica, di garantire la presenza della scuola d’obbligo per i bambini di quelle comunità, nel proprio territorio. Quindi è una norma che fa giustizia di una tutela che rischia di venire meno e che arricchisce il patrimonio culturale della nostra Regione.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.
Non avendo alcun deputato chiesto di parlare, dichiaro chiusa la discussione generale e pongo in votazione il passaggio all’esame degli articoli. Chi è favorevole resti seduto; chi è contrario si alzi.
(E’ approvato)
Onorevoli colleghi, avverto che il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato alle ore 12.00 di venerdì 24 giugno 2011.

C'è chi si occupa di cultura e chi si occupa della festa della "vastedda", non sapendo cosa sia la cultura

Mentre il sindaco di Contessa Entellina organizza per domani una grande manciata di "vastedda", non si sa bene a cosa finalizzata, a Palermo si fruiscono i beni culturali che furono di Santa Maria del Bosco.
COMUNICATO STAMPA


OPERE D'ARTE FEC: dal deposito all'esposizione
Esposizione permanente di due dipinti di proprietà Fondo Edifici Culto del Ministero dell'Interno, provenienti dalla chiesa Abbaziale di Santa Maria del Bosco di Calatamauro, nel percorso espositivo dell'Oratorio dei Bianchi.
I due dipinti vengono esposti a seguito di stipula di atto tra la Galleria Interdisciplinare Regionale di Palazzo Abatellis e la Prefettura di Palermo che ha trasformato la condizione giuridica precedente di deposito temporaneo in comodato gratuito.

28 giugno 2011 ore 10,00
ORATORIO DEI BIANCHI (1° piano)
piazzetta dei Bianchi – Palermo
tel. 0916230011 - 0916230006

Apertura: dal martedì alla domenica 9,00-13,00
A partire dal 28 giugno presso l’Oratorio dei Bianchi saranno esposti due dipinti su tela del XVIII secolo : Il Beato Tolomei alla peste di Siena di Mariano Rossi e il San Benedetto, i discepoli e Santa Scolastica di Pietro Angeletti.
Le grandi pale celebrano i santi dell’ Ordine dei Benedettini Olivetani e provengono dalla chiesa abaziale di Santa Maria del Bosco. Insieme ad altre opere esse furono trasferite in deposito in Galleria nel 1968, a seguito del terremoto che rese inagibile la chiesa. Oggi, grazie alla stipula di una convenzione con l’ente proprietario, Ministero degli Interni - Fondo Edifici di Culto, la Galleria acquisisce il comodato gratuito dei dipinti già in deposito, con l’impegno di renderli fruibili.
Mariano Rossi e Pietro Angeletti furono fra gli artisti attivi nella seconda metà del XVIII secolo nell’ ambito dell’Accademia di San Luca a Roma : il romano Angeletti (notizie dal 1758 al 1786) fu autore fra l’altro degli affreschi della Sala degli Specchi di Villa Borghese. Mariano Rossi (Sciacca 1731 – Roma 1807), originario di Sciacca fu una personalità eminente del panorama artistico del tempo fra la Sicilia, Roma, ove ebbe numerosi incarichi per pale d’altare e cicli per nobili dimore, e il Regno di Napoli, chiamato nel 1787 da Ferdinando IV per pitture a fresco nella reggia di Caserta.
Già restaurati nel corso degli anni, nel 2006 i due dipinti sono stati pubblicati nell’ambito degli studi sull’Abazia e successivamente esposti in San Gaetano a Monreale.
Il dirigente del servizio
Dott.ssa Giovanna Cassata




venerdì 24 giugno 2011

I tagli alla politica

Il Ministero dell'Economia fa trapelare che i tagli di 40 miliardi (di cui tre per il 2011) investiranno il mondo politico. Il fatto che si mettano in circolo queste "illazioni" è segno che esistono difficoltà ad inserirle nel testo di decreto in preparazione.
Vediamo cosa riguardano le "illazioni ostentate".
1) Auto blu con cilindrata al massimo 1600 cc,
2)  un’unica giornata elettorale per referendum ed elezioni (l’Election day),
3) ministri senza voli di Stato.
Sono alcune delle misure che sarebbero allo studio del Tesoro per tagliare i costi della politica.
Si tratta in tutto di sette articoli ma sono ancora assenti nel testo le cifre di questi presunti risparmi.
L’articolo 1 prevede il livellamento remunerativo dei compensi pubblici tra dipendenti italiani ed europei.
Per le auto blu si prevede inoltre che non potranno essere sostituite. Quelle in circolazione potranno essere usate fino alla rottamazionre. Gli aerei blu saranno riservati solo al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato e al Presidente del Consiglio.
Per altri casi servirà una specifica autorizzazione, che comunque dovrà essere resa pubblica, tranne che si tratti di "segreto di stato". Niente telefono, ufficio o auto di servizio per chi scade da incarico pubblico. E neanche pensione o vitalizio. È escluso il Presidente della Repubblica.
Si tagliano anche le dotazioni finanziarie a Senato Camera e organi costituzionali. Ma anche alle autorità indipendenti.
Conclusione:
Se son fiori, fioriranno.