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sabato 9 aprile 2011

L’Aquila a due anni dal sisma ........... ........... di Nicola Graffagnini

Un problema che aumenta man mano che il tempo passa
Dopo due anni l’attesa per la lunga marcia notturna attraverso l’Aquila ha fatto arrivare in città tante televisioni, anche le reti della RAI chi più e chi meno hanno dedicato dei servizi alla città, sulla rete due della RAI questa mattina è andato in onda un servizio realizzato da quel grande comunicatore che è il Vescovo ausiliare de L’Aquila, Mons. Giovanni d’Ercole, autore di numerose rubriche televisive, Vescovo Ausiliare da quasi un anno, un giornalista votato a Dio, passato dalle stanze del Vaticano alle macerie Aquilane per servizio e per amore del suo prossimo.
Prima della lunga marcia della notte del 6 Aprile, altri servizi avevano documentato come mai prima d’ora il silenzio assordante di un centro storico totalmente abbandonato e controllato solo dai vigili del fuoco.
Dopo due anni di parole, di visite, di attese messianiche le immagini trasmesse ti facevano toccare con mano che nelle case abbandonate tutto era rimasto immobile, come l’avevano lasciato gli abitanti in quella notte fatidica ….
L’Aquila e il suo centro storico, pieno di opere d’arte, ormai è diventato un problema che non si affronta e per questo rischia di diventare un problema che aumenta man mano che il tempo passa….!
Dalle immagini che ci scorrono davanti non possiamo non rilevare che L’Aquila è un cimitero di case abbandonate e sbriciolate niente sembra più precario dei cittadini che oggi (sono immagini del giorno 5 precedente la marcia …) col cuore in gola ritornano da ogni parte d’Abruzzo e d’Italia col permesso scritto e timbrato dai vigili per una breve visita alle loro case, poco prima della marcia e della veglia notturna ….
Una breve visita ai loro ricordi fatti di pietra, fatti di legno, fatti di paesaggio unico con la montagna innevata sullo sfondo, di vicoli e di piazze che risuonano ancora per poco di voci e che non potranno vedere più ogni giorno e ogni mattina come facevano prima fino ad allora, fino al quella triste notte del 6 Aprile alle ore 3,32 …
Ho visto gente di una certa età che si aggirava attonita tra le case e al giornalista che li intervistava si limitava ad un cenno della testa per dire sì o no, tanta era la commozione che li lasciava senza parole …
Dopo quella veglia notturna, nel servizio di oggi su RAI due il Vescovo ausiliare de L’Aquila riunisce ancora alcune persone intorno ad un tavolo per tirare le somme di quelle giornata di dolore e di speranza e mette l’accento subito sui giovani, perché si faccia di tutto per trattenerli e coinvolgerli nelle ricostruzione ed è un giovane che parla e che sostiene di dover ricostruire la città insieme alle Imprese locali per garantire un futuro a tutti, ….qualche altro sostiene che il segnale che abbiamo lanciato con la fiaccolata notturna del 6 Aprile, è un segnale di grande unità di tutti senza distinzioni di parte o di partiti …
Un altro partecipante sostiene: “sono credente e per questo dico che c’è speranza per un domani … In pochi secondi …quella notte siamo cambiati completamente ! ..
Don Marco Ramon parroco di una parrocchia del centro, intervistato dal suo Vescovo distingue in due categorie i suoi parrocchiani:
- “ C’è una parte di Aquilani che non capisce ciò che sta succedendo e sono in grande confusione …!
- C’è un’altra parte che invece crede in una rinascita in un prossimo futuro e non certo domani “.
- . ma il bisogno di tutti è quello di ritornare alla loro vita precedente perchè per ora la loro vita è provvisoria come i loro alloggi.
Ma il Vescovo interviene ancora e aggiunge: “ Sono l’amore e l’unità, la fiducia nella collaborazione che potranno salvare la nostra città, non le lotte e non la rabbia. I preti sono uomini e cittadini e come tali hanno il dovere di contribuire ad una società migliore.
Nel servizio si vede il grande caravan di un quotidiano de L’Aquila, “Il centro” che si va spostando ogni giorno per un tuffo nei luoghi ove vivono i terremotati per mantenere così un contatto continuo e diretto con loro per dargli voce e speranza, dice il Direttore:  “ E’ una comunità che non vuole arrendersi. Si può ricominciare da una pietra rotta… , dice la Bibbia. Ottimismo e fiducia sono le armi per ripartire insieme con le industrie che c’erano e che vanno aiutate per farlo “.
Pian piano pure le ragioni del sindaco Cialente vengono messe a fuoco e da più parti arrivano per lui le solidarietà che lo fanno recedere da quel passo per responsabilità verso la città, uno dei motivi del blocco della ricostruzione è presto indicato dal Sindaco: “ Da un lato vi sono questi due miliardi già pronti per i privati e dall’altro il Prezziario della Regione è fermo da un anno, ed è diventato lo strumento principale da tutti atteso per la stesura dei progetti per ricostruire, visto che all’indennizzo più snello dal punto di vista burocratico è prevalsa la strada del contributo”. …..
NG

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