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mercoledì 27 aprile 2011

Flash sulla nostra Storia

Notizie della Scuola Normale di Pisa
Entella: La città
Le rovine di Entella - riportate alla luce dagli scavi del Laboratorio di Storia, Archeologia e Topografia della Scuola Normale Superiore di Pisa - sorgono sul pianoro sommitale di Rocca d’Entella, ad Ovest del ramo sinistro del fiume Belice, l’antico Crimiso.
I resti visibili appartengono soprattutto a due fasi della lunga vita della città, quella di prima età ellenistica (IV-III sec. a.C.) - la fase dei decreti - e quella medievale (XII-XIII sec.), ma sono noti anche contesti di età tardoarcaica, classica e romana, nonché tracce di insediamento di epoca preistorica.
L’articolazione urbanistica e la densità insediativa di Entella nelle varie età non è ancora interamente nota per vari motivi, quali i tempi lunghi imposti dalle indagini archeologiche, se raffrontati alla vastità dell’area intramuranea (40 ettari ca.), le caratteristiche geo-morfologiche della Rocca, a prevalente substrato gessoso, che limitano le possibilità di acquisire dati attraverso indagini non invasive (prospezioni geoelettriche e magnetiche, con geo-radar, fotointerpretazione ecc.).
 Le prime evidenze di una urbanizzazione del sito sono di età tardoarcaica e classica (fine VI-V sec. a.C.): risalgono a questo periodo tratti della cinta muraria – con le sue porte e le sue torri  –, i resti imponenti di un edificio di culto e tracce di una capanna nel vallone orientale, fornaci per ceramica ed una cava di gesso in area extraurbana, ad Ovest della necropoli. 
Molto più cospicue sono le emergenze dell’insediamento della prima età ellenistica: tratti delle fortificazioni, il grande magazzino pubblico e gli edifici a Nord di esso in una seconda fase, un edificio situato immediatamente ad Ovest del castello medievale e la necropoli sono i principali contesti che parlano dell’intensa vita della città fra IV e III sec. a.C.
Alla città ellenistica - ben difesa dalle mura e dalle inaccessibili pareti naturali, nelle quali si aprivano soltanto alcune scalette tagliate nella roccia per scendere alle necropoli e al fiume - si accedeva da due punti principali; una via pavimentata collegava forse fra loro le porte di Nord-Ovest e Nord-Est, raggiungendo sia gli edifici acropolici al centro del pianoro sia l’agora, da ubicare nel vallone orientale. In quest’area, lungo il versante Est, si allineavano con prospetti monumentali vari edifici pubblici, dal Pizzo della Regina fino ad una fontana non lontana dalla porta Nord-Est. Altri edifici pubblici e non, erano ubicati sugli altri versanti: non si può escludere che in questo settore si trovassero anche il bouleuterion, attestato dai decreti di Entella e, verosimilmente, il teatro.

Alle più rarefatte testimonianze di una continuità di vita della città fra III e I sec. a.C. seguono evidenze riferibili alla prima età imperiale romana, scarse e concentrate in un’area sommitale prossima al palazzo fortificato medievale di quota 542 s.l.m.  È questo uno dei castelli della città medievale, l’unico messo interamente in luce con il suo notevole alzato (ultimo quarto XII-metà XIII sec.); altri due sono ubicati in posizione dominante sui rilievi più elevati della Rocca, il Pizzo della Regina e il Cozzo Petraro. Di questa fase è noto soprattutto il materiale, meno conosciuti sono invece l’abitato e le mura che certamente anche in questo periodo fortificavano Entella, una delle roccaforti della resistenza araba a Federico II.

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