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venerdì 8 aprile 2011

ANNI '60. Gli avvenimenti internazionali che hanno cambiato il mondo

La distensione
Negli anni Sessanta la guerra fredda sembra avere una tregua. Protagonisti della “distensione” sono tre grandi personalità: papa Giovanni XXIII, che apre il rinnovamento della Chiesa col Concilio Vaticano II, il premier dell’Unione sovietica Krusciov, che con il XX Congresso avvia la “destalinizzazione” e il Presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy.
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L’isola di Cuba
Nel 1959 a Cuba viene rovesciata la dittatura di Batista da Fidel Castro. La rivoluzione, in un primo tempo appoggiata dagli Stati Uniti, viene poi attaccata con un tentativo di sbarco di esuli cubani alla Baia dei Porci. Il governo cubano si fa aiutare economicamente dall’URSS, che acquista la canna da zucchero e impone il sistema comunista.
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La crisi dei missili a Cuba
Nel 1961 lo spionaggio americano scopre che i sovietici stanno installando missili a testata nucleare a Cuba a pochi chilometri dal proprio territorio e procede ad un blocco navale. Il mondo resta col fiato sospeso: si sfiora la guerra atomica. Ma entrambe le potenze fanno un passo indietro, consolidando la distensione.
 La seconda guerra fredda
Già verso il 1965 e negli anni Settanta si assiste ad un nuovo irrigidimento dei blocchi. Colpi di stato militari di ispirazione fascista vi sono in Grecia, Cile e altri paesi latino-americani. Nel 1964 in Unione Sovietica a Krusciov succede Breznev, con una politica molto meno aperta. Nel 1963 Kennedy è assassinato a Dallas.
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La scuola di massa
Nel 1968 vi sono movimenti studenteschi e operai un po’ dovunque nel mondo occidentale. La società dei consumi è in pieno sviluppo, la scuola è diventata una scuola di massa, ma lo sviluppo del terziario, pur considerevole, non basta ad assorbire la forte disoccupazione intellettuale.
La guerra del Vietnam
Il Vietnam, diviso dal 1954 in due al 17° parallelo, ha un governo comunista al Nord e uno filoccidentale al Sud. L’impegno bellico profuso dalla superpotenza americana per dieci anni (1964-1973) non riesce a dominare la resistenza vietnamita e produce una forte tensione all’interno degli Stati Uniti.

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Movimenti giovanili americani
Dopo alcuni anni in cui i fermenti del mondo giovanile si sono espressi con la beat generation e gli hippies, il movimento studentesco inizia nell’Università di Berkley in California. La protesta si intreccia con la radicalizzazione del movimento dei neri e con movimenti femministi che mettono apertamente in discussione i ruoli sessuali.
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Il movimento studentesco
La “contestazione” del ’68 non ha inciso sull’assetto politico ma ha espresso nuove mentalità rispetto ai costumi, alla famiglia, alla cultura. Appare estranea alla tradizione del movimento operaio e socialista. Gli slogans delle manifestazioni parigine ricordano per lo più le avanguardie letterarie del Novecento: “l’immaginazione al potere”, “siate realisti chiedete l’impossibile”.
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Il Maggio francese
La diversità culturale col mondo operaio e sindacale provoca una crisi nella sinistra. A Parigi De Gaulle gestisce la protesta lasciando che si esaurisca da sola. Il 30 maggio c’è una grande manifestazione della “maggioranza silenziosa”, contraria ai disordini. Un anno dopo De Gaulle si ritira dalla politica.
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L’“autunno caldo” in Italia
In Italia la sinistra tradizionale riesce a dialogare con i nuovi movimenti e il ’68, iniziato già nel marzo con uno scontro con la polizia a Valle Giulia a Roma, sfocia nell’autunno del 1969 in grandi lotte operaie e sindacali insieme a quelle studentesche. Questa fase è interrotta dalla bomba che provoca la strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969, per la quale morirono 16 persone.
La Rivoluzione culturale cinese
In Cina Mao Tse Tung ricorre alle masse con un’utopia egualitaria, che in Occidente diventa uno dei miti del movimento del ’68. In realtà si tratta di un’azione repressiva e liberticida, utilizzata per la lotta ai vertici del potere. Nel 1971 in un misterioso incidente aereo muore Lin Piao, uno della “banda dei Quattro”, poi combattuta da Mao. Il premier cinese muore nel 1976.
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Origini del movimento femminile
Il movimento per i diritti delle donne ha origine nella Rivoluzione francese, quando Olympe de Gouges scrive la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, sostenendo che se le donne vengono ghigliottinate, devono anche poter ricoprire le più alte cariche pubbliche.
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Il diritto di voto alle donne
Per tutto il XIX secolo si sviluppa il “suffragismo” per la conquista del diritto di voto. Le guerre mondiali rappresentano una spinta al mutamento: la donna assume per cause di forza maggiore nuovi ruoli sociali. In Italia il fascismo rappresenta una battuta d’arresto, fino alla conquista del diritto del voto nel 1946.
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Militanza politica femminile in Italia
Nel dopoguerra vi sono due filoni principali di impegno delle donne: quello social-comunista, con l’Unione Donne Italiane (UDI) fondata nel 1945, e quello cattolico, con il Comitato Italiano Femminile (CIF). Negli anni Settanta prevale un nuovo femminismo che affronta direttamente i problemi della sessualità. Resta però il “tetto di cristallo” che tiene bassa la presenza delle donne nella politica.
I referendum sul divorzio e sull’aborto in Italia
Le profonde trasformazioni nei costumi della società italiana si traducono nel 1970 con la legge che istituisce il divorzio. La Democrazia Cristiana si impegna a fondo, ma perde, il referendum abrogativo del 1974. Altre leggi significative sono l’abolizione del delitto d’onore e la riforma del diritto di famiglia, ma anche l’aborto. Anche in questo caso nel 1978 il referendum abrogativo viene sconfitto.

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In un prossimo scritto gli avvenimenti degli anni sessanta nazionali che hanno segnato l'Italia.

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