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lunedì 25 aprile 2011

25 Aprile. Occasione per riflettere sul futuro del nostro paese

Il 25 aprile, lunedì dopo Pasqua, qui da noi è giornata che tradizionalmente si dedica alla scampagnata e alla riunione fra amici e parenti che assieme riscoprono i luoghi campestri generalmente ereditati dai progenitori.
E' anche l'anniversario della Liberazione, del crollo del Nazi-fascismo.
Ricordarsi di questa data sarebbe opportuno visto che da più parti viene messa in discussione la Carta Costituzionale che proprio nella lotta al fascismo affonda le sue radici.
Il 25 Aprile è richiamo al popolo italiano, per ricordargli che è un dovere quello di difendere la democrazia, oggi insidiata da forze retrive della maggioranza di governo che si adoperano per stravolgere l’impianto della Costituzione repubblicana che determina la comunanza tra stato di diritto e stato sociale e garantisce a ciascuno e alla collettività le libertà fondamentali.
Il 25 aprile  ha significato preminentemente politico che fa di quell’evento di Liberazione il punto di riferimento del nostro ordinamento statuale, della centralità della persona umana, della convivenza civile, dello sviluppo della comunità mondiale.
Uno degli aspetti più inquietanti dell'odierna situazione politica è dovuto ai vari focolai di guerra.
La nostra carta costituzionale si esprime per il ripudio della guerra stante che non può essere, come la storia insegna, il modo di regolare le vertenze tra le nazioni e soprattutto perché comporta la perdita di vite umane non solo tra i militari ma anche tra la popolazione civile. Già nella Prima Guerra Mondiale era caduta la distinzione tra militari e civili nelle operazioni belliche. Colpire i civili, anche vecchi, donne, bambini diventa sistema connesso con la lotta armata nel secondo conflitto mondiale, con i bombardamenti intenzionali di interi quartieri delle città tedesche, come Dresda, da parte degli Alleati, di Londra da parte dei nazisti, e la cancellazione di quasi tutti gli abitanti di due città giapponesi da parte americana con l’uso delle bombe atomiche. A ciò si aggiungano le rappresaglie e le uccisioni di civili anche scopo intimidatorio perpetrate dai tedeschi anche organizzando i campi di sterminio degli oppositori politici, di etnie giudicate indegne di vivere, di milioni di prigionieri di guerra.
Altro motivo sul quale riflettere: l’inserimento della festa del 25 aprile di quest’anno tra le celebrazioni del 150mo dell’Unità, inserimento a pieno titolo perché fu la Guerra di Liberazione a concludere il processo unitario risorgimentale dando vigore patriottico alla Resistenza, e senso al termine Patria in contrapposizione alla retorica nazionalista fascista.

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