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sabato 12 marzo 2011

La Mafia in un villaggio della Sicilia Occidentale 1860-1960 - Apriamo la discussione sul libro di Anton Blok

Premessa al libro

Anton Blok nel premettere di avere trascorso complessivamente fra il 1961, 1965-1967, trenta mesi a Contessa Entellina per condurre la ricerca riferisce di avere fatto largo ricorso nel libro, pubblicato per la prima volta in Inglese nel 1974, nel riferirsi ai luoghi e alle persone a pseudonimi per non creare malumori e difficoltà alle persone coinvole in uno studio con finalita' culturali- scientifiche. Con questo intendimento lo stesso paese di Contessa Entellina e' stato ridenominato nel libro Genuardo..
Precisa pure che originariamente il suo progetto mirava ad una indagine sulle relazioni e sulle configurazioni dei paesi rurali, degli insediamenti contadini nella campagna siciliana; solamente in seguito quando ha potuto constatare la sussistenza di condizioni propizie per una indagini sul fenomeno mafioso ha modificato gli obiettivi della ricerca, adottando tutte le metodiche e gli accorgimenti dell'antropologia alla delicatezza del tema da affrontare.
Dopo aver inquadrato il contesto fisico-geografico di Contessa all'interno dell'isola, sul cui territorio erano predominanti larghe proprieta' di pascoli e colture cerealicole (latifondi), riferisce di aver in un primo tempo approfondito le ragioni del fallimento della riforma agraria del secondo dopoguerra e successivamente di aver studiato l'accentuato fenomeno dell'emigrazione verso il Nord negli anni sessanta. Proprio durante questi studi venne a trovarsi in mano interessanti documentazioni sulla conduzione amministrativa dei grandi latifondi, sull'importanza dei legami di amicizia e di parentela all'interno della comunita', sui modeli di insediamento sul territorio e sulla politica locale tali da indurio a modificare gli obiettivi della ricerca.
In buona sostanza -sembra di capire che- ad attrarre l'attenzione dello studioso sul fenomeno mafioso e' stata la conduzione, tra il 1860 ed il 196O, dei vasti feudi del territorio in mano, in conseguenza dell'assenteismo dei proprietari, a famiglie che "inevitabilmente" costituivano in quell'epoca storica l'ossatura della mafia locale.
L'intento dello studioso è stato di mettere in luce come la mafia locale si fosse sviluppata sugli stimoli, sull'osmosi, delle forze sociali, economiche e politiche che insistevano nella zona. Si trattava quindi -per lui- di dover svolgere uno studio all'interno della comunita' al fine di capire la genesi di un problema, un problema di interesse scientifico individuato in apriore rispetto all'avvio della ricerca medesima.
Nella premessa del libro l'autore passa a descrivere quali sono state le metodiche culturali da lui seguite per approcciare, nell'ambiente contessioto, un così delicato tema.
Nella parte finale della premessa racconta come egli sia pervenuto alla decisione di trasformare la tesi di dottorato in un libro da pubblicare e come questo sia stato oggetto, sul piano scientifico, di differenti valutazioni, sia durante un dibattito svoltosi nella redazione della rivista "Meridiana" e pubblicato sul numero di settembre del 1987, come pure oggetto della critica dello storico Salvatore Lupo circa l'uso in un testo scientifico-culturale di pseudonimi.
Il prof. Blok riferisce quindi come sul finire degli anni novanta si sia diffusa nell'isola la retorica anti-mafia e di avere ricevuto, nel nuovo clima, l'invito dell'allora recentemente rinnovata Amministrazione Comunale di Contessa Entellina di visitare, a distanza di tanti anni, il paese per ricevervi la cittadinanza onoraria per avere contribuito, secondo le motivazioni scritte dal sindaco Piero Cuccia, "con i suoi studi a mettere in luce l'arcaica mEntalita' della violenza che ha regnato, e in parte continua a regnare, sulla nostra terra, conosciuta nel mondo non tanto per i monumenti lasciati d.a tante grandi civiltà bensì per il fenomeno della mafia". Il sindaco proseguiva nelle motivazioni che il libro "pubblicato in inglese negli anni settanta e in italiano negli anni ottanta, e' stato precursore di tanti libri di altri illustri autori che hanno fatto luce sull'omertoso mondo della mafia".
Durante la nuova breve permanenza a Contessa Entellina Blok ha avuto modo di verificare che in paese, dopo poco meno di un trentennio dall'iniziale avvio delle sue ricerche, qualcosa era cambiato. Probabilmente, diciamo noi, era cambiato perchè il peso economico della comunità contessiota con la crisi generale dell'agricoltura era divenuto marginale rispetto ai nuovi appetiti della mafia, divenuta ormai mafia urbanizzata e, purtroppo, mafia dei colletti bianchi.
In quei pochi giorni "contessioti" lo studioso non manco' purtroppo di rilevare un episodio che potesse, ancora una volta, confermare lo spirito e l'analisi di fondo del libro: "la mafia è quel potere privato che fa uso della violenza". Avvenne infatti che alcuni ragazzi dopo uno 'schiticchio' serale si erano ubriacati e si recarono nel presidio della guardia medica notturna per essere aiutati. La giovane dottorossa li' in servizio e' stata oggetto, durante la visita, di espressioni più o meno goliardiche che, costei non ha mancato di riferire il giorno successivo al fratello, un avvocato di Corleone. L'uomo di legge con quattro picciotti si presento' immediatamente a casa di uno dei ragazzi che si erano ubriacati e lo fece malmenare in presenza dei suoi genitori allibiti.
La conseguente denuncia ai Carabinieri fu ritirata in seguito -dalla parte offesa- per non intralciare il futuro 'di uomo di legge' dell'avvocato, che peraltro assolveva periodicamente anche alle funzioni di "pretore" a Corleone.
L'accaduto,  rilevato dall'antropologo nei giorni del suo soggiorno a Contessa, consentì di chiudere la premessa alla seconda edizione del libro evidenziando "il quadro della continuità e del cambiamento nella societa' rurale siciliana alla svolta del millennio".

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