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martedì 22 marzo 2011

Flash sulla nostra Storia

Prof. G. Nenci
(La ricostruzione storica e la traduzione del decreto sono opera della Scuola Normale di Pisa)
Quando fu ripopolata e riorganizzata Entella, con il ritorno dei profughi e dei prigionieri ed il «sinecismo», alcune città siciliane ed alcuni privati fornirono un aiuto in cereali e denaro. Uno dei decreti  concede benevolenza, parità di diritti, invito ai giochi e proedria alle città che hanno fornito cereali; si dà inoltre la prossenia a quei privati che hanno fatto lo stesso.
La lista compare nella seconda parte di uno dei decreti ed è piuttosto breve. Troviamo infatti solo quattro città o comunità, cioè Petra, Kytattara, Schera, Makella, e sei privati di Petra (di cui uno è qualificato dall’etnico come mamertino). Le quantità sono piuttosto limitate ma il decreto proclama, enfaticamente, che così essi «alla scarsità di grano sostituirono eueteria, abbondanza, annata buona». Malgrado alcune incertezze nella lettura e nell’interpretazione dei numerali, si arriva a calcolare un quantitativo sufficiente a nutrire un migliaio di persone per due mesi. Le cifre sono le seguenti: i Petrini fornirono 250 medimni di grano, pari a 130 ettolitri (nell’antichità, com’è noto, i cereali erano valutati con misure di capacità e la conversione in misure di peso moderne è incerta, variando in base non solo al grado di compressione del grano nei contenitori ma anche al peso delle singole qualità; per il grano siciliano l’unico dato quantitativo antico, relativo al peso, è fornito da PLINIO, n.h., 18, 7, 63, 66; i Kytattarinoi donarono 60 medimni di grano (pari a hl 31,2) ed una quantità non precisabile di orzo; gli Scherini donarono 30  medimni di grano (= hl 15,6) ed altrettanti di orzo; i Makellinoi fornirono una quantità non precisabile di grano. Alcuni privati di Petra fornirono complessivamente 470 medimni (= hl 244,4) di grano, a cui si aggiunsero 30 medimni di orzo (= hl 15,6), forniti da un mamertino. Complessivamente, dovrebbe trattarsi di oltre 810 medimni di grano (= hl 421,2) e di oltre 60 di orzo (= hl 31,2; forse il totale era di 120 medimni, cioè hl 62,4, se l’ignota quantità di orzo donata dai cittadini di Kytattara era uguale a quella di grano come nel caso di Schera). In termini di peso, usando il valore fornito da Plinio, arrotondato a 78 kg per hl, per il grano otteniamo una cifra di oltre 328, 54 quintali.
Per l’orzo, in mancanza di cifre antiche, usiamo un calcolo moderno convenzionale (64 kg ad hl) ed otteniamo una cifra di 29 quintali, più una quantità che non conosciamo.
Tavola n. 7 - Decreto relativo ai Geloi
Sotto lo ieromnamone Leukios figlio di Pakkios, il ventisei del mese di Eumenideios. Fu deciso dall’assemblea conformemente alla decisione del consiglio: poiché i Geloi, quando precedentemente abitavamo questa città, essendo sorta una guerra contro i Cartaginesi, portarono aiuto alla nostra città con cavalieri e fanti, furono fedeli al giuramento e conclusero un’alleanza militare, e similmente anche ora da quando abitiamo la città rendono manifesto che sono memori dell’amicizia e della benevolenza verso di noi, si approvi la decisione di porre nel santuario di Hestia, dopo averla incisa su tavola di bronzo, la benevolenza e alleanza militare esistente fra noi e i Geloi, e di invitarli ai giochi e di sacrificare insieme a loro, per rendere manifesto ai posteri che serbiamo memoria di coloro che alla nostra città hanno reso servigi.
 
Hestia: dea del focolare della città. Nelle città greche il suo culto può essere praticato all’interno dell’edificio pubblico detto “pritaneo” o di altre strutture pubbliche, oppure godere di una propria autonomia. Nel caso di Entella il santuario di Hestia sembra essere un edificio di rilievo nella vita civica della comunità, tanto da essere previsto come luogo di pubblicazione di alcune tavolette (quelle che recano lo ieromnamone come magistratura eponima).
 
ieromnamone: carica sacerdotale diffusa in molte parti del mondo greco, con funzioni variabili; in alcuni casi, come qui, rappresenta la magistratura eponima. Non è chiarissimo il rapporto con i due arconti che compaiono negli altri decreti di Entella. Gli arconti potrebbero appartenere a una fase di transizione istituzionale, quella del sinecismo ancora in atto; poco dopo potrebbe essere stata ripristinata la tradizionale magistratura a carattere religioso.

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