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domenica 27 febbraio 2011

Ci riscatteremo mai dal "clientelismo" se tutti confidiamo nell'aiuto di un 'altolocato' ?

Riflessione nel 150° dell'Unità
La Sicilia è arretrata sul piano socio-economico non perchè il Nord, oppure Roma, tratta male la nostra terra ma per la semplice ragione che la classe dirigente dei siciliani ha sempre avuto la bussola guasta:  pochi dei politici siciliani hanno puntato allo "sviluppo", alla "crescita" della società; la maggior parte della classe dirigente ha puntato semplicemente alla  conservazione del potere per il potere, al consenso facile, all'amicizia  dei siciliani in vista di poter durare il più allungo possibile, al clientelismo spudorato -per dirla in una parola-.
La classe politica repubblicana (della prima e seconda Repubblica) si è collocata in continuità con il "regime di controllo" del fascismo e quella fascista in continuità con l'ascarismo del periodo liberale. Ovviamente gli ascari non erano altro che i continuatori dei "baroni", anzi per essere più precisi erano coloro che avevano puntato all'Unità al fine di dare la sensazione di "cambiare" perchè tutto restasse come nel precedente periodo baronale.
Cassa per il Mezzogiorno, Interventi speciali, Fondi Fas, sono stati, nei decenni passati, concepiti per sviluppare, far crescere il Sud, ma sono di fatto serviti per alimentare il malgoverno, la corruzione e l'arretratezza.
Mai nessuno, purtroppo, è finito in galera per avere distratto i fondi per gli investimenti, per le infrastrutture, a finalità di spese correnti, di assistenzialismo e di corruzione diffusa. La Corte dei Conti ci informa, in questi giorni, che la corruzione ha -di gran lunga- superato le vette di "tangentopoli", ossia che la corruzione in Italia non ha pari in nessun paese europeo (neppure negli ultimi arrivati dell'ex blocco sovietico).
Nel 1989 la Repubblica Federale di Germania, in seguito al crollo della Germania Orientale, si ritrovò ben cinque Lander da integrare e le cui condizioni socio-economiche erano ben più disastrate del Sud Italia. A distanza di poco più di un ventennio dal crollo del muro, l'ex Germania dell'Est vive un tenore di vita e condizioni ambientali-economiche in taluni casi superiori alla media nazionale tedesca.
I Siciliani potranno riscattarsi solamente quando si rimboccheranno le maniche, grideranno ladro al ladro, corrotto al corrotto, mafioso al mafioso, incompetente all'incompetente.
Col parassitismo diffuso, ben oltre i limiti che ciascuno di noi può immaginare, non si può assolutamente essere "diplomatici".
 Sono' vomitevoli i discorsi da bar, gli articoli di giornali misericordiosi su Cuffaro 'santo', 'santo' perchè ha accettato senza discutere la sua condanna definitiva emessa -a distanza di dieci anni dai fatti- dalla Corte di Cassazione.
No, non è questa la via del riscatto per la Sicilia !  I martiri dei siciliani sono ben altri ! e purtroppo non è facile fra noi sentire espressioni di misericordia nei loro confronti. Ogni volta che un vero martire è caduto sotto il piombo dei mafiosi, da noi (sta scritto sul libro di Anton Blok) si usa dire "se l'hanno ammazzato, qualcosa avrà compiuto".
Chi ha saccheggiato le risorse pubbliche deve solo avere la commiserazione, ed il disprezzo umano, e nient'altro.
 Ma torniamo -nei 150 anni dall'Unità- a come gareggiare col resto del paese.
 Se nel 1989, quando la Germania iniziò, avviò, la politica economica di "crescita" dei suoi territori dell'Est il governo italiano avesse imitato quelle iniziative, probabilmente da noi avrebbero sortito effetti diversi. Probabilmente i finanziamenti per lo "sviluppo" li avremmo destinati al "clientelismo", agli sperperi, ai "corsi di formazione fasulli" etc. etc..
 Sta qui il problema. Il nostro problema è culturale: per decenni abbiamo scelto presidenti della Regione che hanno accumulato condanne, indagini e odori di mafia. Se costoro incappano nei rigori (si fa per dire) della legge, insinuiamo, con i modi siculi, che in fondo erano brave persone.
Sono proprio questi comportamenti culturali di massa che fanno capire come siano piene di vuote parole le intenzioni collettive di riscatto.
Se l'Europa corre, è assurdo che in Sicilia ci affidiamo ancora al "clientelismo" parassitario.
La strada non può che essere quella di essere irriverenti con i tanti mascalzoni che si occupano delle risorse pubbliche, e che ironia della sorte vengono scelti dai siciliani.

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