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lunedì 31 gennaio 2011

Per guidare qualsiasi tipo di Comunità bisogna essere uomini di grande responsabilità

In una comunità come quella di Contessa Entellina la crisi sociale e politica, e ancora di più quella economica, che attraversa l'odierna società nazionale, regionale e locale sta lasciando gravi segni di cui ognuno di noi -singolarmente- non ne avverte nè la causa nè le conseguenze. Spesso si ritiene che le gravi crisi come quella che stiamo attraversando si riverberano solamente nel disaggio sociale e nell'indigenza. No, purtroppo producono effetti in ogni comparto, dalla caduta dei valori etici al disorientamento delle persone, di talune persone, che -come si usa dire in Sicilia- sono capaci di calpestare il cadavere della propria madre pur di raggiungere un falso obiettivo.
La questione che mi sono posta esigerebbe pagine e pagine di scritti, ma non farei altro che stancare tanti lettori, motivo per cui mi soffermo sul mondo di pseudo religiosi che da mesi (da qualche anno) sono in scena nella nostra fragile comunità.
Nella ormai lunga esperienza di vita ho assistito a confronti all'interno della nostra -da sempre irrequietà- comunità per varie ragioni, di natura campanilistica, politico-amministrativa, sindacale, appartenenza o meno a circoli, addirittura fra abitanti di quartieri all'interno dell'abitato.
Scelgo fra tutte la diatriba pseudo religiosa, anche perchè adesso è più di moda.

-Vaga è in me la resistenza passiva, ma rispettabile sul piano civile ed umano, negli anni sessanta di padre Antonino Lala, parroco latino che si è trovato a dover applicare in sede locale, qui da noi, la bolla pontificia di unificazione nei territori di Mezzojuso, Piana degli Albanesi, Palazzo Adriano e Santa Cristina delle parrocchie cattoliche, indipendentemente dal rito seguito, sotto una unica Diocesi. Egli, come era naturale per un uomo colto e maturo che aveva vissuto fino ad allora in un certo modo la vita e l'esperienza religiosa, non accolse con entusiasmo la novità. Essendo tuttavia una persona dalla grande intelligenza e dalla grande esperienza, non solo religiosa ma anche sociale (aveva nell'immediato dopoguerra lavorato perchè alcuni feudi fossero quotizzati ad enfiteusi ad oltre centocinquanta famiglie contadine), egli espresse le sue perplessità senza porsi alcuna timidezza ma, consapevole del ruolo e della responsabilità di guida della comunità che in quei tempi i parroci di Sicilia ricoprivano, immediatamente dichiarò ubbidienza alle Autorità ecclesiastiche. Non pensò mai per un solo attimo di trascinare in guerre di fanatismo nessuno.
Per gli anni che gli restarono da vivere fu rispettato per la sua cultura all'interno dell'Eparchia e rispettò la nascitura realtà. Come lui così fecero i suoi parrocchiani.
- Seguirono anni più o meno felici per la parrocchia, soprattutto a causa della mancanza di un vero erede del grande parroco. I nuovi arrivati che erano stati scelti per reggerla non duravano infatti oltre un anno e a volte anche meno. Pochi varcarono il quinquennio.
- Contemporaneamente la parrocchia greco-bizantina superò con qualche iniziale difficoltà le scomparse di papas Jianni Di Maggio prima e di papas Gaspare Schirò dopo. Papas Nicola Bufalo ebbe momenti di difficoltà prima di farsi bene intendere da quella comunità. Alla fine tutti i componenti la comunità si accorsero che dietro il carattere apparentemente irruento ed aggressivo stava un animo estremamente limpido e buono. Egli fu il Parroco del dopo terremoto che riuscì a mettere a posto molte cose. Da venticinque anni la comunità greca contessiota ha scoperto il significato del Vangelo attraverso il comportamento apparentemente 'debole' quotidiano di papas Nicola Cuccia. Ed è ovvio che adesso da queste vette di comportamento all'insegna di Fede, Speranza e Carità, quella Comunità possa riuscire a scendere, per accomodarsi più a valle.
- Dell'esperienza di padre Mario Bellanca non scrivo nulla perchè su questo Blog c'è abbastanza. Il Blog è infatti figlio del frutto di padre Mario: la "Teologia delle porte chiuse".
   Voglio adesso, invece, tornare alla tesi iniziale.
A Contessa la crisi fa sentire le sue conseguenze; ma non solo da quando la crisi finanziaria americana del 2008 si è diffusa per poi divenire -al livello planetario- crisi economica, ma da sempre. L'emigrazione di massa, su tutti i libri di demografia che riguardano la Sicilia, pone Contessa Entellina come sito da cui -da oltre duecento anni-, percentualmente, essa è stata più alta rispetto agli altri comuni.
   Se da noi le diatribe di campanile, di quartiere, di circoli non fanno vergognare nessuno, anzi in tanti si divertono, è segno che qualcosa di patologico esiste.
   In Svizzera, a Padova, in qualsiasi altra realtà lontana da noi, le eventuali -ma improbabili- guerre di campanile fra cattolici creano immediatamente gli anticorpi. Gli anticorpi in genere sono il senso di responsabilità di chi nelle comunità ha la guida. Padre Lala, non condivise la scelta del Papa (Giovanni XXIII) di unificare il territorio diocesano: ma egli era un uomo col senso della Comunità e non permise che insorgesse una lacerazione fra la gente su quel terreno.
   Egli sapeva che la gente doveva battersi, lottare, per gli obiettivi di riscatto sociale (che egli vide nell'enfiteusi, nell'Opera Pia etc.). La fede, la cristianità dei comportamenti, sarebbero state al sicuro in una o nell'altra diocesi. Altri, per lui, erano infatti i problemi. Piana accanto alla conservazione della Fede avrebbe, ma non l'ha fatto, pure conservato la comune cultura arbereshe.
  La crisi sociale odierna è grave perchè chi ha la responsabilità in sede locale oggi dà la sensazione di cavalcare il disaggio sociale mettendo legna su angolazioni errate. Inconsapevolmente, almeno questo lo concediamo a costoro, questi protagonisti ci distraggono dai punti cruciali, veri, del vivere civile.
L'attaccamento di tanti contessioti nei confronti di papas Nicola va compresa, non può essere motivo di ostracismo o di settarismo. 
  Si ha la sensazione, speriamo sia soltanto sensazione, che taluni imitino Berlusconi: il premier regge, affronta, da tre/quattro anni il ridursi del tenore di vita degli italiani attirando la loro attenzione sulle Noemi, le Ruby .....e mille altre amenità. Il guaio è che gli italiani gli vanno appresso.
  La differenza, tornando ai mancati uomini di responsabilità locale, è che Berlusconi sa ciò che fà e si propone proprio di distrarre gli italiani dalla crisi e dai suoi problemi giudiziari mentre alcuni dei protagonisti locali di oggi non sanno ciò che fanno. A fronte di padre Lala  ....  ....

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