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giovedì 30 settembre 2010

Il Titanic (l'Italia) affonda e l'orchestra continua ad emettere le medesime note da venti anni

Note di attualità politica
Pillole di riflessione scelte dal dibattito alla Camera
Ieri era grande la curiosità di sentire il discorso che avrebbe pronunciato il Presidente del Consiglio, nella seduta tanto attesa da questa estate, per presentare nuovamente il suo governo e richiedere un voto di fiducia per superare gli esami imposti dal Presidente Fini.
Radio radicale (92 FM) in questi casi svolge un servizio pubblico veramente utile e anche in macchina o lavorando si possono seguire le ultime novità della politica.
Berlusconi ha parlato per 50 minuti esatti interrotto da 46 applausi, uno quasi ogni minuto, sembrava un clima da stadio, da curva nord, un modo spontaneo per canalizzare l’emozione della parte destra dell’emiciclo di fronte ad un passaggio così pericoloso per il governo.
Secondo Franceschini un discorso tragicomico pieno di promesse, come se non avesse governato nove anni negli ultimi dieci.
Per Di Pietro lanciatosi in diretta tv lancia in resta con un intervento aggressivo e troppo urlato è stato un discorso per mantenere il potere ed evitare i processi.
Per Vendola è stato un discorso scritto nel chiuso del palazzo e quindi lontano dalla realtà dei comuni mortali.
Per Castagnetti durante i 90 giorni dell’estate condizionata in modo totalizzante da una macchina da guerra mediatica composta da 2 quotidiani, 5 canali televisivi, 6 canali radiofonici, 3 magazine web ….che ci hanno tenuti appesi…. alla proprietà misteriosa di un appartamento di 60 metri quadrati di Montecarlo, senza il minimo senso delle proporzioni, ( in quanto tutti conoscono l’affare all iberian delle 60 società off shore di Berlusconi ).
Un sistema tecnicamente totalizzante che dalla mattina alla sera ti inseguiva con un martellante tam tam tanto da allontanare altra gente dalla politica o da costringerti a cambiare canale come nel mio caso, durante l’estate passata in paese.
Secondo Pezzotta l’ex Segretario della CISL, anche sul piano dei messaggi simbolici o delle battute di Ministri della Repubblica, non c’è da stare allegri, ormai siamo scivolati così in basso, tanto che il dito medio viene portato a simbolo di messaggio di un partito di governo, così come l’epiteto di “porci romani” rivolto ai cittadini della capitale, giustificato come battuta da campagna elettorale; …”il fondo questa Italia l’ha ormai toccato …. meno male che ancora abbiamo la Costituzione che regolamenta i poteri dello Stato”.
Anche la Chiesa si è sentita disgustata per l’Italia …( il Card. Bagnasco ha rivolto un appello sofferto alla nazione), e infatti sta emergendo una insofferenza generalizzata alle parole della politica, basti pensare agli scioperi dei precari in tutte le Regioni e con i problemi gravissimi dei 200 tavoli di crisi aperti al Ministero delle attività produttive, ancora sede vacante, per cui parlare di situazione esplosiva nel paese … sembra realistico e richiederebbe molta prudenza da parte di tutti, data anche la divisone in atto delle Confederazioni sindacali….che preoccupa.
Per l’ex Ministro Lanzillotta dell’API di Rutelli, il discorso sembra lo stesso che pronuncia… dal ’94 con meno riferimenti e più ripetizioni !
Bersani arriva a chiedere il nobel della Pace, sollecitando un sorriso di Berlusconi che durante il suo intervento non ha citato una sola volta Fini, anzi ne ha ricercato successivamente il contatto visivo alzandosi più volte e sollecitandolo a “richiamare” Di Pietro per il merito dell’intervento.
Secondo Bersani di fronte ad una economia in caduta libera, non bisognava togliere di colpo il credito d’imposta che dava ossigeno alle imprese e anzi bisogna mettere mano al più presto: ad una riforma fiscale sull’esempio dei paesi più avanzati che permettono al lavoro e alla famiglia di scaricare alcune spese; ad un progetto di opere cantierabili che diano la possibilità di lavoro … nelle zone con più disoccupazione; ad una maggiore attenzione ai conti .. .. che dal ’94 ad oggi .. sembrano fuori controllo.
Bersani conclude il suo intervento invitando il Presidente ad una visita a Napoli e l’Aquila che sono stati i due fenomeni comunicativi del governo degli annunci.
Nicola Graffagnini

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