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giovedì 29 luglio 2010

Lettera alle gerarchie ecclesiali dal Consiglio pastorale parrocchiale

A Sua Em. Rev.ma mons. Tarcisio Bertone
Segreterio di Stato
c/o Segreteria di Stato Vaticana – Città del Vaticano

A Sua Em. Rev.ma mons. Leonardo Sandri
Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali
Via della Conciliazione – Roma

A Sua Ecc. Rev.ma mons. Pio Tamburrino
Arcivescovo di Foggia
e Delegato Pontificio per l’Eparchia di Piana Degli Albanesi
Palazzo arcivescovile – Foggia

A Sua Ecc. Rev.ma mons. Sotir Ferrara
Eparca di Piana degli Albanesi
Palazzo vescovile – Piana degli Albanesi


Eminenze ed Eccellenze Rev.me,
Abbiamo appreso con profonda amarezza le decisioni prese dal Delegato Pontificio mons. Pio Tamburrino e dal nostro Vescovo mons. Sotir Ferrara e da poco rese ufficiali circa il trasferimento del nostro parroco dalla nostra parrocchia. Senza giri di parole, diciamo apertamente che ci sentiamo puniti e umiliati, insieme al nostro parroco, per colpe che ancora non abbiamo ben capito.
Quale è il motivo per cui papàs Nicola Cuccia è stato trasferito? Forse perché ha lavorato nella nostra parrocchia con profondo zelo apostolico ed essersi fatto veramente “tutto a tutti per guadagnare a tutti i costi ciascuno”? Forse perché ha difeso cinquecento anni di storia e di tradizioni della nostra parrocchia e del nostro paese? Se queste sono le cause dovreste riesumare e punire tutti quei santi sacerdoti che nel corso di questi secoli hanno garantito e permesso la nostra presenza all’interno della Chiesa Cattolica. Una punizione ingiusta, dunque, che non tiene conto della realtà e dei reali problemi che in questi anni abbiamo vissuto e durante i quali il nostro parroco ci ha insegnato a tacere ed obbedire anche quando abbiamo dovuto far fronte ai tanti soprusi del parroco latino Don Mario Bellanca.
Noi non contestiamo quello che potrebbe essere un normale trasferimento di sacerdoti per motivi pastorali ma il contesto in cui esso è avvenuto e le modalità con cui esso è stato perpetrato. Trasferire adesso padre Nicola, infatti, è una punizione che riteniamo ingiusta e immeritata. Non riteniamo, inoltre, che questo sia il modo di risolvere i problemi tra le nostre comunità. Sappiamo bene tutti di chi è la responsabilità di questi problemi e da anni assistiamo, sotto gli occhi impassibili dei superiori, che il parroco latino calpesti la nostra storia, la nostra spiritualità la nostra dignità, addirittura sbattendoci la porta in faccia e facendo ostruzionismo anche alle decisioni che il Delegato Pontificio mons. Tamburrino, aveva espresso durante le scorse festività pasquali. In tutto questo, ci potreste spiegare che colpa ha il nostro parroco? Si parla tanto di missione educativa della Chiesa, forse questa consiste nel mettere in un unico calderone chi sbaglia e chi no e punire il giusto per l’ingiusto? Certi che non è così e che la Chiesa, nella sua bontà di madre, vorrà ascoltarci per vostro tramite, vi chiediamo che il nostro parroco papàs Nicola Cuccia possa continuare a svolgere la sua missione nella nostra comunità.
Sicuri nella vostra sensibilità di padri e pastori, come vostri figli, chiediamo la paterna benedizione.
Contessa Entellina, 28/07/2010
I Laici del consiglio pastorale parrocchiale

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