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giovedì 29 luglio 2010

Contessa Entellina si mobilita per l'assurdo trasferimento del suo parroco, interpretato come punizione ad opera dei gerarchi ecclesiastici

Il problema sta nel fatto che Papas Nicola viene punito e non nella circostanza che viene trasferito;  
 Il trasferimento di un sacerdote nell'ordinamento canonico non è detto che debba rappresentare un fatto traumatico, eccezionale. Di questa verità a Contessa Entellina chiunque è consapevole. Il problema che va emergendo e che si svilupperà nelle prossime ore e nei prossimi giorni in manifestazioni pubbliche (fra cui la fiaccolata per le vie del paese nella serata di domenica prossima) a sfondo solidaristico-religioso non è quindi che Papas Nicola venga trasferito. Lo stesso Papas Nicola nello scegliere la vita sacerdotale di questa eventualità è sempre stato consapevole.
  Dove sta allora il problema ?
Solo chi non lo vuole intendere non lo intende. Papas Nicola riceve una disposizione di trasferimento in un contesto preciso e palese a chiunque. Non viene trasferito perchè la sua personalità, il suo essere, la sua presenza, la sua preparazione culturale, serve ed è utile che venga innescata all'interno di una nuova comunità bisognosa delle sue doti, o come si dice, del suo carisma. No.
   Viene trasferito perchè bisogna mandare un messaggio in giro, alla gente: 'il caso Contessa Entellina è chiuso'. Di quale caso parliamo ?
   Il caso è quello che altri hanno alimentato, è quello che altri hanno trascurato e di cui Papas Nicola è semplicemente vittima.
   Lo abbiamo esposto tantissime volte. Ma siccome ci sembra che non venga colto per intero nei suoi sviluppi e nei suoi passaggi riteniamo utile ripeterlo per l'ennesima volta.
I responsabili del caso
   Il Vescovo Sotir è certamente all'origine del "caso", è fra i responsabili del montare del caso, perchè quando ha appreso nel luglio 2009 (con lettera) che un sacerdote platealmente avrebbe trasgredito un suo decreto, quello che disciplinava, fra l'altro, la celebrazione della Paraclisis all'interno della Chiesa della Madonna della Favara nella prima quindicina di Agosto, non ha fatto altro che girarsi dall'altro lato e fingere che nulla avesse appreso. Ha preferito andare ad Acireale.  Egli pur essendo a conoscenza dell'innapplicazione di un suo decreto non ha saputo fare altro che produrre il nulla, l'inerzia più assoluta, per un anno intero.
Qualunque uomo che conosca i più elementari parametri della Giustizia nel giudicare il "caso Contessa Entellina" non avrebbe esitato a ritenere:
1) Padre Mario Bellanca colpevole di coscientemente avere violato il decreto dell'Eparca tenendo chiuso per 15 giorni il portone della Chiesa della Madonna della Favara (a nulla valendo se il numero di protocollo o la registrazione del cancelliere fossero leggibili o meno sul decreto, esso esprimeva comunque la volontà dell'Eparca);
2) Mons. Sotir Ferrara colpevole di consapevolmente essersi girato dall'altro lato rispetto alla disubbidienza di Padre Mario Bellanca.
Chi viene invece punito ?
I strani percorsi seguiti da Mons. Tamburrino, Delegato Pontificio, invece dove conducono ? Conducono ad assolvere Mons. Sotir Ferrara dall'accusa di 'omissione continuata ad intervenire per disinnescare fin dall'origine il caso' ed a condannare, nella stessa misura, il violatore della tradizione e del decreto eparchiale, padre Mario Bellanca, e la vittima della violazione (della tradizione e del decreto), Papas Nicola Cuccia, che ha ovviato alle conseguenze del portone chiuso con l'elevare -all'aperto- la preghiera collettiva secolare della Paraclisis.
Responsabile dell'insubordinazione (Padre Mario) e vittima dell'insubordinazione (Papas Nicola) con provvedimento di Mons. Tamburrino vengono trasferiti dalla sede finora da loro occupata.
Questa è, ai nostri occhi, la Giustizia ecclesiale.
Noi che siamo sia fedeli di Santa Romana Chiesa che cittadini della Repubblica Italiana non possiamo che gridare "Meno male che c'è stata la breccia di Porta Pia".

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