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domenica 2 maggio 2010

Conoscere il patrimonio culturale-religioso bizantino - Il vangelo della domenica della Samaritanas

a cura di Giuseppe Caruso
Il brano evangelico di questa settimana da cui la domenica prende il nome (Domenica della Samaritana) ci propone, con un racconto denso di particolari e stilisticamente molto curato, l’incontro tra Gesù e una donna della Samaria, che diventa simbolo dell’incontro e della relazione tra Dio e l’uomo. Vuole essere una sosta, un bivacco presso il pozzo di Giacobbe, dove il Signore ci attende assetato della nostra sete. Gesù si presenta come colui che ha pazienza, infatti è già accanto al pozzo e aspetta che la donna venga ad attingere l’acqua, scegliendo per l’incontro un momento che appartiene alla quotidianità della donna alle sue azioni abituali. Si presenta anche come colui che chiede, il suo “dammi da bere”, è lo spunto per aprire un dialogo con l’uomo, non si impone. La richiesta di acqua e la scena dell’incontro accanto al pozzo appartengono ad una tema ricorrente nella letteratura patriarcale dell’Antico Testamento ma qui si caricano di nuovi elementi: Gesù rispetta i tempi dell’uomo, non ha fretta, è bisognoso, come un viandante stanco, e cerca l’incontro con l’uomo, con ogni uomo. E’ sorprendente come questo colloquio si riallacci alla situazione dell’incontro e rimanga sempre legato alla reale situazione della donna: ella viene per attingere acqua. “Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna di Samarìa ad attingere acqua…”, con la sua storia personale, in quanto samaritana. Gesù comincia col chiedere: “Dammi da bere...”. Gesù ha parlato; forse il suo accento della Galilea lo tradisce: è un Giudeo. “Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono un donna Samaritana?”. L’evangelista non lo dice perché è occupato a spiegare lo stupore della donna: “I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani”. E’ stata più volte notata l’esattezza psicologica del dialogo e l’abilità pedagogica di Gesù. Aveva ragione la donna di notare la stranezza di quel Giudeo che chiede da bere a una Samaritana. Gesù non la biasima; le rimprovera soltanto di fermarsi troppo presto. “Gesù le rispose: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: dammi da bere!...”. Il mistero è più profondo di quanto lei creda. Il paradosso di un Giudeo che mendica un poco d’acqua da una Samaritana non è niente. Il vero paradosso sta nel fatto che lui e non lei abbia chiesto. Lui infatti è il possessore della sorgente. Poco dopo infatti la situazione si capovolge “...Signore, gli disse la donna, dammi di quest’acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua!”. E’ lei a chiedere a Gesù il quale spossato dal cammino, non ha un recipiente per attingere e apparentemente dipende da lei per placare la sua sete. La donna viene al pozzo e deve tornarvi sempre di nuovo; in ciò si rivela un tratto caratteristico della sua situazione e di quella di ogni uomo. Per poter vivere dobbiamo ricorrere all’acqua: senz’acqua non c’è vita. A partire da questa situazione, Gesù afferma di avere qualcos’altro da dare, il dono di Dio, e motiva questo dono con l’identità ancora sconosciuta della propria persona: “Se tu conoscessi il dono di Dio...”. Si tratta qui delle due grandi realtà che diventeranno sempre più chiare in seguito: ciò che Gesù ha da dare e chi egli è. Solo Gesù dipende dalla sua identità e alla fine i samaritani riconosceranno che è il “salvatore del mondo” , che il dono di Dio giunge per suo tramite. Gesù chiama il suo dono “acqua viva”, “sorgente zampillante”, la cui forza supera di gran lunga quella dell’acqua naturale, perché può estinguere la sete una volta per tutte e dare la vita eterna. Come per la vita terrena dipendiamo dall’acqua naturale, così per la vita eterna dipendiamo dal dono di Gesù.
La Samaritana comincia a intuire che Gesù è il Messia, atteso anche dai samaritani. E’ scossa soprattutto dal fatto che Gesù conosce la sua vita; questa è una realtà che ella può toccare con mano. “Le disse Gesù: “Sono io, che ti parlo”. Nel frattempo, i discepoli tornano con le provviste e la donna, lasciata là la brocca di cui non sa più che fare, “andò in città e disse alla gente: Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?”. Il compito che ancora ha davanti è comprendere più precisamente la persona e il dono di Gesù. La Samaritana si comporta come i primi discepoli quando hanno incontrato per la prima volta Gesù. Evidentemente ella non pensa più al motivo per cui è venuta alla fonte: lascia la sua brocca, va al villaggio e richiama l’attenzione dei compaesani su Gesù. Comunica quanto le è accaduto nell’incontro con lui e diventa una specie di apostola, conducendo altre persone a Gesù.

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