StatCounter

mercoledì 28 aprile 2010

Padre Mario Bellanca: "si giungerà ad agosto con problemi ancora maggiori, visto che -certamente- non vi potrà essere spazio per ulteriori ingiustizie".

E' proprio vero, non c'è nulla da fare. Padre Mario ha una fissazione. Nella sua chiesa i greci accompagnati dal loro sacerdote (di rito bizantino) non devono metterci piede.
Non è una nostra deduzione conseguente a:
-quindici giorni di portone della chiesa della Madonna della Favara chiuso nell'agosto 2009, con i fedeli bizantini fuori;
-al menefreghismo di questo sacerdote, che sapendo che doveva arrivare nella sua chiesa una processione dei bizantini ad annunciare il Christos Anesti, nella giornata di Pasqua, si attardava con le prove di canto, mentre i "greci" aspettavano fuori dalla chiesa.
No, non è una deduzione. Un nostro collaboratore ha sentito cosa, personalmente, pensa un sacerdote di Santa Romana Chiesa, di nome padre Mario Bellanca, sulla possibilità che in tre occasioni annue i greco-bizantini possano pregare nella chiesa contessiota della Madonna della Favara:
"..Non esiste alcuna valida tradizione che imponga alla comunità latina di subire riti bizantini nella propria parrocchia, nè che fondi la pretesa di gestire in assoluta autarchia la solennità della Madonna della Favara, che è la titolare della nostra Parrocchia; infine non vi è tradizione -e se vi fosse sarebbe nulla- che imponga al parroco greco di sostituire il parroco latino in alcune delle celebrazioni liturgiche parrocchiali più importanti dell'anno (la Patrona della Parrocchia, la quindicina dell'Assunta e l'annuncio della Pasqua. Ci si chiede in tutta onestà. E' davvero così difficile da capire ?..)".
In questa frase (ed in quella riportata nel titolo di questo scritto), che padre Mario ha proferito di proprio pugno, è fondata la teologia delle porte chiuse in faccia ai greci. Questo prete sostiene che queste tradizioni che tutti riteniamo plurisecolari non sono mai esistite e, caso mai fossero esistite, sono fasulle, frutto di arbitrio.
Noi rigraziamo Padre Mario di avere, in maniera inequivocabile, chiarito che il suo proposito è di cancellare ciò che ogni contessioto riteneva facesse parte dell'identità collettiva locale.
Quanto meno, Padre Mario, non è un personaggio ambiguo; per questo va ammirato. Egli non parla mai pubblicamente di queste questioni, ma quella volta che ci mette lingua (o inchiostro) non lascia mai margini di equivoci. Va solamente precisato che i riti bizantini, come quelli romani, non sono subiti. Per chi è credente (greco o latino) i riti religiosi richiamano il Mistero. Ma queste cose pretenderle da uno che è stato ordinato da un Vescovo che non è il suo è eccessivo.
I Contessioti, secondo padre Mario, devono pertanto scordarsi quei tre appuntamenti annuali. Questo è il suo intendimento.
Diverso è -ovviamente- il punto di vista dei Contessioti.

Nessun commento:

Posta un commento