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giovedì 15 aprile 2010

In politica, nella religione, sopprimere il -diverso- è sbagliato. Il fascismo a Contessa costrinse a fuggire le persone più aperte

L'identità culturale di Contessa si compone di varie tradizioni. E' il loro insieme, il loro mescolarsi che fanno il "Contessioto", l’abitante del nostro paesino. Attenzione però!
Il mescolarsi non significa che l'una deve competere con l'altra. Quando ciò avviene un pezzo dell'identità muore.

1) In politica quando si fa estinguere l’avversario la società diventa povera
E' successo per esempio che una delle peculiarità locale era, a fine ottocento, la forte sensibilità per la problematica sociale del tempo (l’assurdo latifondismo che creava miseria). Un sacerdote locale, ma con levatura nazionale, Nicolò Genovese, se ne fece portavoce. Il Movimento dei Fasci a Contessa non fu inferiore per dibattito, analisi e impegno a quello di qualsiasi altro paese della provincia. Il Genovese alimentò fino a quando potè quella sensibilità, seguì con occhio di religioso i moti dei combattenti del 1919 e poi la debole resistenza al Fascismo. Si il Fascismo locale estirpò la sensibilità dei contessioti per i problemi locali, non recuperato nemmeno dalle occupazioni del dopoguerra. Molti di quegli uomini che col moto dei Fasci Siciliani e con quello dei Combattenti volevano un mondo migliore, qui a Contessa e non altrove, furono costretti da altri contessioti (che noi diciamo i più ottusi) ad emigrare, a scappare in America. Oggi a Contessa ciascuno di noi, per risolvere i problemi di natura socio-economica si rivolge al sindaco, al suo sbrigafaccende, perchè possa lavorare qualche settimana negli scarsi cantieri di cui il comune dovrebbe soltanto controllare la buona esecuzione. Ma se il comune fa il collocatore grazie a compiacenze, come può poi controllare la buona esecuzione ? Nelle realtà civili i sindaci hanno altro da fare che impostare gente.
Ebbene se la porzione di contessioti fascisti di allora non avessero estinto la porzione soccombente "aperta ai problemi sociali" oggi la sensibilità complessiva del paese sarebbe molto più civile, più evoluta dell'attuale stasi della ragione umana.
Oggi siamo al punto che piccoli personaggi si dicono di "sinistra" solo per riscuotere l'indennità di carica, ma facendo i "sirvizza" a chi persegue valori opposti. Badate bene, non avviene solo a Contessa. Alla provincia di Catania il candidato Pd ha perso le elezioni vinte dal candidato Pdl. I due si erano scontrati su visioni diverse della società. A un anno dalle elezioni, l’ex candidato pd è stipendiato dal vincitore pdl, [ un consulente. Totò direbbe “Bisogna pur campare”.
Italia 2010.

2) Tema locale fra “greci e latini”
Quanto sopra mi è servito per affrontare il problema che si dibatte (si fa per dire. Dibattere è parola seria che a Contessa non si usa da parecchi decenni) in questi giorni. Il prete di rito latino Don Mario Bellanca ha respinto i greci nella quindicina di agosto 2009 dalla sua chiesa, dove volevano cantare la Paraclisis, ed ha offerto il giorno di Pasqua 2010 il massimo della cattiva accoglienza alla processione bizantina del Christos Anesti.
Avere tradizioni, sensibilità diverse, non implica l'apertura di una competizione. Significa essere stimolati ad usare il cervello per capire meglio il mondo che ci sta attorno. Avere due tradizioni religiose, entrambi interne al mondo cattolico, fa sì che i contessioti abbiano (dovrebbero avere) una idea più aperta, più ricca, rispetto ad altri siciliani su cosa significhi Chiesa d'Occidente e Chiesa d'Oriente, Ecumenismo (da taluno, nei paesi vicini, confuso per comunismo).
A Contessa, nei secoli passati sono esistite frizioni fra "greci" e "latini". Erano, quelli, tempi tristi a causa delle difficili condizioni socio-economiche dell'isola. I greci locali avevano l'esigenza di difendere la loro identità specifica, salvaguardando il loro status che li faceva più "sicuri" socialmente sul territorio, su cui erano arrivati per primi fin dal XV secolo. I latini nel contesto socio-economico già esistente, nel tempo, tentavano di farsi largo. Ad entrambi, a greci e a latini, il rito religioso serviva da paravento per mantenere, o conquistare, la solidità sociale.

3) La politica 200 anni fa non esisteva
Oggi siamo nel 2010. Voler usare oggi il rito, la chiesa, per duelli che non possono più avere valenze sociali è quanto di più vergognoso si possa immaginare. Le tensioni sociali oggi si scontrano e confrontano su un altro terreno, quello della politica. Nella politica dovrebbero essere presenti protagonisti che sappiano programmare, sappiano selezionare contenuti da portare avanti, realizzare progetti ed infine sappiano consegnare agli elettori risultati concreti.
Attardarsi -nel 2010- a tenere vive tensioni fra i riti di una stessa Chiesa Cattolica fino al punto di respingere processioni, vietare canti che provengono dai primi secoli del Cristianesimo non è altro che IGNORANZA. Certo, i protagonisti alla Don Mario, ma anche i suoi fiancheggiatori, si danno da fare per rivestire il loro pagano e anticristiano comportamento con paroloni che sembrano tolte di bocca a Bersani, a Fini o altri politici, che suonano come par condicio. La verità, però, è una; se la Chiesa di Contessa del 2010 (ma il discorso vale per la Chiesa Universale) non sa leggere il Vangelo, e peggio ancora non lo sa applicare, non lo sa porgere a chi ha sete di giustizia, non può pensare di salvare se stessa gridando "200 - 300 anni fà fu commessa una ingiustizia ai danni dei latini".
Allora, 200, 300 anni fà si era prima della rivoluzione francese e tutte le tensioni della società si scaricavano all'interno della Chiesa, la politica non era stata inventata (per tutti, a Contessa, decideca il barone di casa Colonna). La Chiesa era tutto, allora. Con la Rivoluzione francese è sorta, è venuta fuori la 'politica'. La Chiesa oggi ha un compito, sottolineato a tutto tondo dal Vaticano II, ed è quello di coltivare le coscienze, di aiutarci a percorrere nel miglior modo possibile, dandoci un senso per attraversare la 'valle di lacrime' che è la vita dell'uomo.
E' ignoranza grassa, senza sconti, quella di voler splolverare archivi antichi per aizzare la gente all'orgoglio dei "riti", è salsa di altri tempi e di altre sensibilità. E' fondamentalismo fuori dal mondo. E' roba, come ha lasciato intravedere su questo blog l'amico G.ppe Caruso, di gente frustrata. Come facciamo a criticare il fondamentalismo islamico se a Contessa ci sono proseliti con quei parametri ?
Oggi, tutti, greci e latini, sono sulla medesima barca di una Chiesa che ha problemi ben più seri che valutare se la Paraclisis o il Christos Anesti hanno titolo o meno di essere cantati all'interno di una Chiesa di rito latino.
Conosco sacerdoti, culturalmente di notevole spessore, appartenenti al rito latino che farebbero "carte false" (come si usa dire) per avere all'interno delle loro parrocchie visite e canti bizantini.
4) La chiesa romana rivaluta la chiesa bizantina e padre Mario cerca autonomia che gli faccia ottenere un posto al sole

La valorizzazione della spiritualità bizantina in Italia non la fanno i 'papas' e nemmeno i loro due vescovi di Piana degli Albanesi e di Lungro, la fanno grossi esponenti del mondo cattolico latino che si chiamano Enzo Bianco (priore di Bose), Mons. Paglia, guida della comunità di Sant’Egidio e molti altri uomini di valore "latini".
Rivedete tutto, cambiate le carte in tavola

Insomma:
Padre Mario, Amici di Padre Mario, i tempi odierni esigono il contrario di ciò che ci fate capire che vogliate fare. Aprite, pertanto, le porte della chiesa della Madonna della Favara, fate entrare i 'greci' tutte le volte che lo desiderino (e quando vi pare che si siano stancati di venire, andateli a cercare). Invitate non solo i 'greci' di Contessa (che sono cattolici come voi. Il Vangelo vi direbbe per questa ospitalità: Che merito ne avrete?) ma anche i 'rumeni-ortodossi' delle decine di parrocchie che sono state aperto in Sicilia, e dite loro che se vogliono la vostra Chiesa possono averla, eventualmente, per officiare anche ogni giorno.
Non fate ridere il mondo con la "par condicio" (si, il nostro sito ha quintuplicato le visite dal giorno di Pasqua).
Cristo richiamò severamente quei discepoli che volevano essere primi e premiò, o premierà, coloro che erano e saranno ultimi. Nulla disse per i parconditi.
Leggete gli atti del Vaticano II , additate i greci come fratelli a cui volete consentire non solo quei canti su cui avete posto in forma ufficiale o ufficiosa il veto. Ai greci consentite di elevare nella vostra chiesa altre decine e decine di canti provenienti dai repertori dei primi cristiani (che, lo saprete, cantavano in greco).
La Chiesa di Roma vuole che le Chiese orientali non tengano per sè questo patrimonio che, oltre che culturale, è espressione di una fede antichissima.
Inserite pure voi, nella liturgia italiana di ogni domenica, i canti bizantini. Non solo, state vigili sui greci perchè non contaminino questi preziosi canti con i moderni canti in idioma italiano. Richiamate papas Nicola a non fare troppo uso dell'italiano all'interno della liturgia bizantina.
Rivoltate il calzino, non sostenete l'indifendibile. Date ai greci non un solo un 8 settembre l'anno, ma altre dieci, cento, mille occasioni di preghiera con il vincolo che tirino fuori quanti più inni dei primi cristiani.

5) Lasciare alla politica le chiacchiere da par condicio
Le guerre, quelle dal sapore prettamente politico, che sanno di rivincite, prepotenze, arroganze, lasciatele fare a Sergio Parrino, a Enzo Spera e ai finti partiti del 2010: Pd e Pdl. Nel 2010, in Italia, soltanto i politici fanno ridere.
La Rivoluzione francese ha più di 200 anni. Ciò su cui vi attardate con scontri greci/latini, Messori, il grande giornalista cattolico del Corriere della Sera, lo denominerebbe Satana.

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