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martedì 30 marzo 2010

Per calmare i 'pincopallini' torniamo ancora sulla Tarsu 2008.

Il ricorso amministrativo (di cui quello tributario è una specie) è il ricorso prodotto da chi (uno o più cittadini) vuole tutelare un proprio diritto soggettivo o interesse legittimo, contro atti della pubblica amministrazione.
La funzione del ricorso è, pertanto, quella di far individuare da un giudice (nel caso del ricorso della tarsu 2008 dalla Commissione Tributaria Provinciale) se sussistono, o meno, le doglianze del ricorrente, dei ricorrenti, contro l'operato della Pubblica amministrazione, e nel caso di Contessa Entellina dell'Amministrazione Comunale che ha deciso di aumentare la tassa sui rifiuti solidi urbani del + 160%.
Essendo quindi come detto la funzione del ricorso quella di palesare le doglianze del ricorrente, appare evidente che la forma del ricorso deve essere idonea a tale scopo e va presentata prioritariamente all'Ente che, si ritiene, abbia commesso l'irregolarità (notifica). Successivamente va presentata al giudice, o in materia tributaria alla Commissione Tributaria.
Fare ricorso non è un atto sovversivo. E' un DIRITTO garantito dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato ai propri cittadini. Nessuno può frapporre ostacoli o tentare di impedire l'esercizio di un diritto, quale quello di cui ci stiamo occupando.
Che fare ricorso ad una cartella esattoriale sia un diritto previsto dall'Ordinamento basta leggere la lettera che, obbligatoriamente, deve accompagnare le cartelle, ove si dice che entro 60 giorni dalla notifica il contribuente ha due strade che liberamente può percorrere: o pagare o FARE RICORSO.
A Contessa Entellina la FederConsumatori e la Camera del Lavoro, entrambi espressioni della Cgil -ossia di un organismo che della legalità fa una bandiera-, avendo individuato più passaggi illegittimi commessi dal Comune hanno suggerito ai contribuenti -che lo desiderino- di presentare ricorso. E' quanto hanno fatto (o si accingono a fare) circa 200 contribuenti contessioti.
Tutto qui !
Non c'è alcuna stranezza, nè congiura.
Chi oggi si agita tanto e ritiene che l'iniziativa possa creare problematiche di vario genere doveva pensarci prima. Chi non sa amministrare e accoglie acriticamente le proposte di aumento di un tributo del 160%, dovrebbe prima andarsi a studiare la normativa e verificare se tutte le proposte che vengono dai funzionari sono o meno legittime.

Chi è amministratore responsabile deve tentare di evitare che si attivino i contenziosi. La prima regola di un Amministratore Pubblico è di evitare aggravi e danni maggiori all'Ente. Nel caso della Tarsu 2008 al Sindaco attualmente in  carica fu proposto, nel corso di due Assemblee pubbliche promosse dalla FederConsumatpori e dalla Camera del Lavoro nel gennaio 2009, di rimuovere la grave illegittimità di aumentare del +160% sulla tarsu 2008 in via di autotutela. La stessa richiesta fu proposta alla maggioranza consiliare nel marzo 2009 (intervento in autotutela) nell'Aula Consiliare. Ebbene nè il Sindaco-competente, nè i consiglieri di maggioranza (in)competenti hanno ritenuto di dover rimediare ad un problema grave.
Ai cittadini, a quel punto, non è rimasta da percorrere che la via del ricorso. Quando un'autorità pubblica compie grosse illegittimità, l'espressione che si usa è: "Va bene, ma esisterà pure un giudice a Berlino !". E' questa l'espressione che usò un mugnaio prussiano quando, non volendo vendere il suo mulino a Federico II, questi lo confiscò d'autorità.
Su questi principi di contestazione delle illegittimità si regge la nostra civiltà democratica. Chi oggi si lamenta, si agita, paventa disastri al patrimonio comunale e così via avrebbe dovuto pensarci prima, quando nell'Auditorium comunale gridava "DOVETE PAGARE, DOVETE PAGARE".

Ma poi ci sia consentita una riflessione ! 
Se l'apparato comunale competente e gli amministratori hanno respinto ogni percorso in autotutela è da presumere che sono convinti che la commissione tributaria darà loro ragione; quindi, perchè si agitano e paventano terremoti e dissesti ?
"Siamo uomini di legge o pincopallini?"  ebbe a dire un giorno un piccolo uomo, che si ritrovò prigioniero dei suoi stessi errori.

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