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venerdì 26 marzo 2010

A Contessa scriviamo libri sugli arbrëshë ma evitiamo di esaminare il libro di A. Blok "La mafia di un villaggio siciliano"

Contessa Entellina dista pochi chilometri da Corleone. Nella storia cittadina ci sono dei grossi buchi che raramente i 'contessioti' tentano di capire e/o di scandagliare.
Contessa nel dopo unità d'Italia era immersa nel latifondo (ben il 95% del territorio apparteneva a non più di tre/quattro entità) e possedeva quindi tutti gli ingredienti per vedere sviluppare sul proprio terrritorio la "Mafia". E in effetti il nostro territorio è stata patria della nascente onorata società, cosa nostra, mafia.
Nessuno di noi Contessioti affronta con disinvoltura l'argomento. Tutti osiamo dire che Contessa è sempre stata al di fuori da questo fenomeno definito, dagli altri, Mafia. Tanti di noi probabilmente sono in buona fede, ma molti ritengono questo argomento politicamente non corretto. Discorso da non fare, insomma. Da lasciare a gente che non si vuole integrare nella comunità.

Eppure in qualsiasi posto del mondo ci rechiamo, da siciliani, veniamo immediatamente identificati per mafiosi. Eppure i giornali parlano giornalmente della nostra terra, della Sicilia, come terra mafiosa per antonomasia. Eppure una lunga serie di personaggi (sindacalisti, contadini e intellettuali) nell'immediato dopo guerra, negli anni cinquanta del Novecento, è stata ammazzata perchè osava alzare la testa rispetto ad altri personaggi che non amavano che circolassero troppi grilli per la testa delle masse. Eppure fino ai primi degli anni novanta del Novecento tantissimi uomini delle istituzioni (magistrati, funzionari, forze dell'ordine, politici) sono stati ammazzati perchè anteponevano il valore della "legge" al valore dell'amicizia, della logica che una mano lava l'altra. Eppure ogni giorno i giornali ci parlano di arresti di boss e di associati a 'Cosa Nostra', alcuni dei quali uomini insospettabili, appartenenti al mondo delle professioni, della chiesa, della politica. Eppure ogni volta che abbiamo da affrontare un problema della vita civile, sociale, non pensiamo di studiare la normativa, la legge, sulla materia ed esigere che ci venga riconosciuto quanto prescritto, ma pensiamo di contattare un amico, che essendo amico di un amico dell'onorevole xy ci possa aiutare.

Con una serie di prossimi scritti, attorno alle problematiche sollevate, vorremmo capire perchè noi siciliani siamo privi di strade, carenti di acqua, mancanti di strutture sanitarie, scolastiche etc. che possano -anche alla lontana- essere raffrontate con le infrastrutture esistenti in Lombardia, in Piemonte, in Emilia.
Possibilmente ci capiterà di apparire provocatori. Però una spiegazione ci deve pur essere se questo Sud, tanto calpestato dalle autorità pubbliche, è il maggior serbatoio di voti delle Autorità (di sempre), mentre nelle regioni dove lo stile di vita è equiparabile a quello francese, tedesco, americano, la gente di tanto in tanto -col voto- punisce le Autorità.

La nostra sarà una serie di scritti che, periodicamente, scomoderà tanti scrittori, sociologi ed intellettuali di ieri e di oggi che della comprensione del problema 'meridionale', del problema mafioso, hanno fatto una ragione di vita.

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