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lunedì 8 marzo 2010

Antiche tradizioni - pratiche - usi - specificità locali, rilevabili ai giorni nostri (5)

SAN GIUSEPPE
Il 19 marzo, ricorrenza di San Giuseppe, a Contessa Entellina come del resto in tanti altri paesi della Sicilia è tradizione che quelle famiglie che ritengono di avere ricevuto dal Santo la grazia invocata, a beneficio di un parente malato o comunque in grave difficoltà, imbandiscano nella propria casa l‘artaru (una sorta di altare) su un vasto tavolo, al cui fondo -a muro- viene posto un quadro della Sacra famiglia (San Giuseppe, Maria e Gesù). Il tavolo viene riempito da diverse pietanze (con l'esclusione di carne e pesce). Non mancano, così, mai i cardi, i broccoli in pastella,  i ‘barbabecchi’, gli asparagi, i finocchi di montagna ed i dolci (soprattutto, pignolata e sfingi).

La sera precedente la festa, la ‘vigilia’,  l’artaru viene visitato dalla gente del paese e dalla banda musicale, che per l’occasione gira le vie del paese al suono accompagnando il canto dei giovani.

Il giorno 19, dopo che la quasi totalità delle famiglie del paese ha partecipato alla celebrazione della liturgia nella Chiesa bizantina di Contessa Entellina, in ciascuno, degli "artari" le famiglie promotrici invitano a pranzo, prioritariamente, tre commensali che rappresentano la Sacra famiglia; a questi i padroni di casa offrono e servono le vivande della tavola preparata con pietanze già esposte e la cui preparazione spesso ha richiesto giorni e giorni di lavorazioni. Accanto ai tre invitati 'speciali' sono chiamati a partecipare all’abbondante pranzo tutti i ‘paesani’, che in effetti, per quella giornata, fanno il giro delle case ove sono stati messi sù gli "artari" ed assaggiano, un po’ ovunque, le diverse pietanze.

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