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giovedì 18 febbraio 2010

Giornale di Sicilia: oggi pagine dedicate a Bisacquino e Contessa Entellina

Giornale di Sicilia del 18-02-2010
I Reperti esposti sono stati presi dalla città antica. Si va dal periodo preistorico a quello medievale. Un'anfora pregiata esposta in Cina
Nel museo in vetrina la storia di Contessa, entro l'anno escursioni guidate per turisti
Sarà aperto uno sportello per organizzare gite nel sito archeologico del territorio. Sotto la rocca le magiche stalattiti
A Contessa Entellina si parla ancora la lingua degli antenati
Graziella Di Giorgio

Fondata nel XV secolo dagli Albanesi, Contessa Entellina è un Comune di circa duemila anime, dove si parla ancora la lingua degli antenati e dove particolare importanza riveste il rito orientale, in tutte le sue peculiari espressioni.
Ricca di tradizioni che testimoniano l'identità culturale italo-greco-albanese della Comunità, Contessa Entellina possiede un vasto patrimonio storico, monumentale, archeologico ed ambientale tutto da scoprire. A raccontare in parte la magica storia di questa piccola e antichissima cittadina, è anche il museo archeologico comunale, sito in via I Maggio, dove si trovano custoditi migliaia di reperti di inestimabile valore, alcuni dei quali risalenti addirittura all'epoca preistorica.
Il settore centrale del museo, con il suo prezioso materiale esposto, permette ai visitatori di compiere un breve ma intenso excursus di centinaia di anni in pochi metri.
Si parte dalla preistoria con le asce neolitiche e le selci lavorate, per passare al tardo bronzo con ceramiche in stile "Thapsos" e "Milazzese". Quindi, ad una notevole produzione di ceramiche cosiddetta "elima", sia impressa che dipinta a motivi geometrici. Nello stesso settore si può ammirare il pezzo forte del museo: un'anfora a decorazione antropomorfa e zoomorfa del VII secolo a.C., "che -afferma il sindaco Sergio Parrino- è stata esposta persino in Cina ed in diverse altre prestigiose città del globo".
Particolarmente suggestiva è poi la ricomposizione di uno squarcio della necropoli ellenistica. Un settore questo, arricchito da numerose vetrine espositive con corredi funebri del IV secolo a.C.: unguentari di alabastro, specchi di bronzo, un pisside di piombo. Tutti oggetti rinvenuti all'interno di una tomba dove era sepolta una donna, il cui nome è stato peraltro scoperto grazie ad una iscrizione funebre in greco rinvenuta nella stessa sepoltura: Takima.
Un altro settore è dedicato invece al periodo medievale, dove sono esposti utensili da cucina, anfore, oggetti da lavoro, armi in ferro e bronzo.
Nell'ultima parte del percorso, infine, si possono ammirare diverse monete risalenti al V secolo a.C.
Sotto la rocca di Entella, con le sue suggestive e magiche stalattiti a 400 metri di profondità si trova anche la "Grotta dei dinari", che secondo la leggenda popolare nasconde tesori e incantesimi.
"Entro l'anno -conclude il Sindaco (che auspica una sede più grande per poter contenere i numerosi reperti archeologici rinvenuti)- verrà attivato uno sportello turistico che permetterà ai numerosi visitatori di effettuare escursioni guidate nei vari siti archeologici del territorio.

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