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martedì 24 novembre 2009

Pagheremo cara l’acqua del rubinetto

La riforma dei servizi locali
E’ stata approvata la riforma dei servizi pubblici locali (acqua, rifiuti, trasporti, distribuzione gas domestico).
Gli analisti (in genere economisti) ci chiariscono, in questi giorni, sui giornali che il pregiudizio non deve sussistere su chi gestisce il servizio (azienda pubblica o privato imprenditore); in pratica  non bisogna avere pregiudizi se gli impianti che verranno usati saranno di provenienza pubblica o privata, ma, ci fanno capire, per giudicare della bontà o meno della scelta politica voluta dal Governo, con la riforma legislativa, dobbiamo porre attenzione su come quegli impianti verranno usati, sull’uso che verrà fatto dei beni.
Comportamento dei privati in regime di concorrenza
Adam Smith, padre dell’economia (in quanto branca del sapere), aveva spiegato che un fornaio lavora la farina per produrre il pane sicuramente non per spirito altruistico ma per desiderio di guadagno (egoismo). Al contempo aveva chiarito che il fornaio non innalzerà mai il prezzo del pane a sua assoluta discrezione perché terrà conto del comportamento degli altri fornai suoi concorrenti. Egli nei suoi propositi egoistici, in pratica, verrà moderato dal regime di concorrenza.

Comportamento delle aziende pubbliche
E’ agli occhi di tutti che le odierne aziende pubbliche che si occupano di servizi locali (p.e. Amia etc.) non sono, specie nel Meridione, gestite dai loro amministratori in vista di curare l’interesse collettivo bensì per favorire, nelle migliori delle ipotesi, il clientelismo a beneficio dei loro clan-elettorali e, nelle peggiori, interessi inconfessabili.
E’ pertanto palese che spessissimo il pubblico, l'azienda pubblica, persegue interessi di parte (clientelismo elettorale) ed il privato, se associato alla concorrenza, persegue (magari inconsapevolmente) interessi collettivi.
Alla luce delle considerazioni finora svolte si può ben affermare: ben vengano le privatizzazioni se sono in grado di scompaginare le clientele !  Mah !
Il caso dei monopoli naturali
Nel caso specifico della privatizzazione dell’acqua, voluta dall’attuale governo, vediamo come stanno le cose.
I servizi pubblici locali (acqua, gas etc.) sono monopoli naturali, in pratica la concorrenza è tecnicamente impossibile. A Contessa Entellina sarebbe mai possibile avere due imprese che costruiscono due reti di approvvigionamento e due reti, distinte, di distribuzione ? No di certo. I costi sarebbero elevati a fronte di una utenza limitatissima.
Cosicchè la legge varata dalla Camera in questi giorni, dove la maggioranza parlamentare era perfettamente a conoscenza che i servizi di cui si discuteva ricadevano in un regime di monopolio naturale, ci assegnerà degli operatori privati, privi sul territorio loro assegnato di concorrenti.
Come scriveva tre secoli fa Adamo Smith essi faranno gli imprenditori con l'acqua potabile, non sulla spinta dell’altruismo bensì dell’egoismo.
Dovrebbero, almeno, esistere contrappesi nei poteri pubblici tali da garantirci:
-la qualità dell’acqua;
-gli investimenti necessari per mantenere l’efficienza delle reti;
-la possibilità di sostituire l’operatore privato “egoista” nel giro di pochi anni se si dimostra al di sotto delle attese;
-che sia evitato l’arricchimento, nel breve periodo, dell’operatore privato che pur di soddisfare l'“egoismo” abbandoni al suo destino la rete dell'acqua.
Qui da noi, nel Meridione, quando mai le Autorità pubbliche hanno saputo imbrigliare, al fine di tutelare l’interesse pubblico, le moderne imprese quotate in piazza Affari, che puntano ad essere multinazionali ?
La legge varata in questi giorni dalla Camera, peraltro, non prevede che le tariffe che saranno elaborate dai privati operatori siano, in precedenza, valutate da organi pubblici.
In presenza di monopoli naturali anche il liberista Adamo Smith ammetteva che fosse la mano pubblica a curare i servizi pubblici.

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