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venerdì 18 settembre 2009

Riflessioni arbreshe sul divieto di un prete latino ai greco-bizantini di intonare la Paraclisis nella chiesa della Favara

Abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo la lettera che segue.
Il Contessioto
..........A Quotidiano “ la Repubblica”
..........Edizione di Palermo

La gravità delle recenti vicende e dispute religiose, verificatesi in Contessa Entellina, ha indotto i sottoscrittori, appartenenti alla comunità arbëreshe di Sicilia, a prendere posizione proponendo alcune pubbliche riflessioni.
È universalmente noto il ruolo svolto nel corso dei secoli dal clero bizantino-greco per la salvaguardia della identità culturale e religiosa degli italoalbanesi (arbëreshë) e l’erezione della Diocesi di Piana degli Albanesi ne è stata, da parte della Chiesa cattolica, il riconoscimento istituzionale più importante.
L’Eparchia, nelle comunità arbëreshe (Contessa Entellina, Mezzojuso, Palazzo Adriano, Piana degli Albanesi e Santa Cristina Gela) è stata chiamata ad esercitare la giurisdizione religiosa per i cattolici di entrambi i riti (il bizantino greco e il romano). Tale diversità rituale, come ognuno può e deve comprendere è un elemento di ricchezza culturale e costituisce ormai una delle peculiarità di quelle comunità.
Alcuni appartenenti alla Diocesi di Piana degli Albanesi ma culturalmente estranei alle comunità arbëreshe, laici e religiosi, sono strenuamente impegnati ad avversare le tradizioni religiose e civili degli italoalbanesi spingendo le comunità verso divisioni (greci e latini) – ingiustificate, anacronistiche e pericolose – che hanno già provocato lacerazioni nelle famiglie e nella società.
Il tentativo di impedire, in vari modi, alla popolazione di rito bizantino greco l’espletamento di riti e tradizioni secolari nasconde l’ennesimo tentativo di procedere, in modo più o meno surrettizio, alla loro latinizzazione forzata.
Non si hanno notizie circa posizioni ufficiali e pubbliche assunte in merito dalle gerarchie della Diocesi, da cui, si spera, vengano attivate iniziative opportune e necessarie per rimuovere le contraddizioni presenti e ripristinare nelle comunità un clima sereno di operosa convivenza in uno spirito autenticamente comunitario.
Si ha anche ragione di credere che dietro le “provocazioni locali” si possa nascondere una vera e propria aggressione all’Eparchia e alla sua missione. A tal proposito, infine, non sarebbe inopportuno affrontare il tema in una pubblica iniziativa di approfondimento che, oltre ad affrontare la questione della convivenza fra i due riti, possa anche occuparsi del ruolo e dello stato attuale della Diocesi.

Domenico Cuccia
Direttore Assemblea regionale siciliana
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Pietro Manali
Direttore biblioteca comunale “G. Schirò”
di Piana degli Albanesi
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Matteo Mandalà
Professore ordinario Lingua e lett. albanese
Università di Palermo

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Pina Ortaggio
Docente Istituti Superiori

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Vito Scalia
Docente Istituti Superiori

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Giuseppe Schirò di Maggio
Albanologo e scrittore

N.B. - La lettera di cui sopra è stata pubblicata dal quotidiano La Repubblica nell'edizione del 19-09.2009.

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