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lunedì 7 settembre 2009

RIDIAMOCI SOPRA - I novelli guerriglieri per l’indipendenza: vesti angeliche e spirito comunista

Pubblichiamo volentieri questa nota piena di ironia-sarcasmo. Ridere non ha mai fatto male.

Domenica scorsa 6 settembre 2009 chiunque sia andato nella Chiesa della Madonna della Favara ha potuto ricevere una copia del manifesto programmatico per l’indipendenza della parrocchia latina dal repressivo dominio greco, cominciato, si può evincere dal documento, a firma del consiglio pastorale, nella seconda metà del Novecento (n.d.r. – quando un anziano e sconosciuto papa di Roma, distrattamente, con Bolla pontificia trasferì sotto la giurisdizione dell’Eparca di Piana anche quella parrocchia latina); Da quegli anni il dominio poliziesco greco ha raggiunto livelli intollerabili.

I patrioti per l’indipendenza comunque non hanno alcuna intenzione di iniziare immediatamente una battaglia dura, come invece hanno insinuato in queste settimane i quotidiani dell’isola –schierati con i poteri forti dei greci- che sono arrivati al punto di inventarsi, figuratevi un pò, che Padre Mario avrebbe chiuso in faccia ai greci il portone della chiesa per non far loro intonare la Paraklisis. Che bugia ! Che trovata dell'altro mondo ! Che invenzione !
I patrioti parrocchiali offrono pertanto ai dominatori odierni il “dialogo” aperto ed evangelico su questi presupposti:

1) I greci dominatori, in forma tiepida per cinque secoli, sono passati all’esasperazione maniacale del loro potere in seguito alla Bolla della seconda metà del Novecento, pertanto, in base ai principi ugualitari del sempre attuale e cristianissimo Carlo Marx, devono rinunciare alle celebrazioni bizantine -ancora oggi mantenute pazzescamente integre-, a cominciare dalla festa della Madonna della Favara, che potrà continuare, per bontà e liberalità dei patrioti latini, a fruire dell’ospitalità in quella chiesa per una non meglio esplicitata ma semplificata celebrazione, purchè i greci rinuncino all’attuale coordinamento dei festeggiamenti che passerà ad un comando congiunto latino-greco; inoltre a garanzia che le ancora integre liturgie e celebrazioni bizantine saranno annacquate in “miste” latino-greche, occorre che la copresidenza dei festeggiamenti passi immediatamente al parroco latino, le leve di comando della processione siano in mano latino-greca paritetica, la cassa del comitato festeggiamenti sia a firma congiunta e la spesa avvenga a mezzadria presso fornitori ora greci e ora latini.
2) Ovviamente il gesto di dialogo dei patrioti prevede un effettivo ecumenismo (che per i patrioti è sinonimo di comunismo). Avendo constatato infatti che i greci hanno troppe celebrazioni e a forza di pregare rischiano di ulteriormente spiritualizzarsi alcuni e altri di stancarsi: a) Festa della Madonna, b) Cristos Anesti, c) Paraclisis d) Epifania e) Santa Lucia f) Crocifisso etc. etc. bisogna applicare secondo la celestiale giustizia del grande e sempre amato Carlo Marx, apostolo dello spiritualismo storico nonchè dell’ .. .. nismo, un egualitarismo a tutto spiano.
Occorre non solo dividere ciò che i dominatori greci hanno finora celebrato all’interno della chiesa latina, ma anche dividere i ‘misteri’ che essi celebrano nella chiesa greca. A nulla conta la circostanza che i patrioti latini rifiutano di capire cosa siano quei ‘misteri’ bizantini. Ciò che conta, in questa fase storica, è che la riscossa latina deve essere a tutto campo.
3) Se per caso i greci non dovessero apprezzare i gesti di dialogo e di apertura dei patrioti latini, essi rischiano non solo di falsamente cadere, assieme alla stampa regionale, nell’impressione, nell'illusione già sperimentata, che il portone della Chiesa Latina possa restare chiuso ai loro occhi, ma di essere responsabili della valanga di carta bollata, diffide e ingiunzioni legali che si abbatterà sui tavoli vaticani (n.d.r. – dove qualcuno deve farsi carico di rimediare alla follia di quella Bolla anni sessanta, data di inizio delle sofferenze latine).
4) Siccome la battaglia per l’orgoglio e l’indipendenza parrocchiale è cosa seria e utile, chi non ci sta, dubita o continua a ostentare fede evangelica nell’Unico Cristo, sarà bollato come nemico del dialogo, dell’ecumenismo e dell’egualitarismo comunista. Papas Nicola è pertanto avvertito.

Ma come fanno i greci ad esitare ? Perché non corrono ad abbracciare e baciare quel gran sant’uomo che presiede il consiglio pastorale patriottico ?

F.to Zorro

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