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mercoledì 2 settembre 2009

Lettera aperta a Mons. Sotir Ferrara - L'Eparchia ci ha abbandonati ?

Amare Dio (che non si vede) è facile, amare l'uomo (che è fra noi) è il vero problema.

Qualche settimana fà sul sito della Cattedrale di Piana degli Albanesi ho letto di una persona che si diceva originaria di Contessa Entellina che, stupita perché un gruppetto di contessioti erano stati respinti dalla chiesa della Madonna della Favara ove si erano recati per cantare la “Paraclisis”, perché non graditi al prete di quella parrocchia, si esprimeva più o meno con queste parole “Mah . . dite in giro, spiegate a quel prete, che ogni cristiano, ogni credente, è una cellula del corpo glorioso di Cristo. Chi allontana cristiani (neri, giapponesi, “greci”) divide il Corpo di Cristo. Chi divide il Corpo di Cristo rischia di non essere più cristiano”. Quello scritto mi ha colpita; ho approfondito e quella persona mi pare che abbia perfettamente ragione. Dico mi pare perché per 15 giorni il portone della Chiesa della Madonna della Favara è rimasto chiuso e coloro che sono stati respinti restano ancora oggi “non amati” dal custode pro-tempore delle mura di quella chiesa; pare infatti che quel custode delle mura e del portone (pro-tempore) continui a cercare credenziali sui suoi comportamenti combattivi, in vista dell’indipendenza dal resto del Corpo di Cristo, presso “Abati” “Priori” etc. ignorando che ogni prelato per svolgere la missione fuori dalla sua circoscrizione necessità del beneplacito dell’ordinario del luogo, piuttosto che presso il suo Pastore con cui, mi pare ancora di avere capito, preferisce comunicare mediante avvocato.
Il concetto di comunione come si evince dall'insegnamento biblico e dalla tradizione patristica, indica sempre una duplice dimensione: verticale (comunione con Dio, che non si vede) ed orizzontale (comunione con gli uomini, che invece nella veste di “odiati greci” si vedono). Tra le due dimensioni esiste un rapporto intimo che si esprime attraverso una realtà visibile ed invisibile, la comunione degli uomini compartecipe della natura divina nella passione di Cristo, nella stessa fede, nello stesso spirito, nei sacramenti, nell'ordine gerarchico; la comunione di ogni uomo con il Padre per Cristo nello Spirito Santo. Questo rapporto tra gli elementi visibili ed invisibili della comunione ecclesiale costituisce la Chiesa come sacramento di salvezza per tutti, e mai individualisticamente. La comunione ecclesiale nella quale ciascuno viene inserito dalla fede e dal battesimo, ha la sua radice ed il suo centro nella Eucaristia.

Se fossi una caldea, invece che bizantina,

Sulla base di quanto ho potuto capire, e che ho sintetizzato sopra, io che sono una credente cattolica è null’altro, dentro non sono né greca, né latina, né austriaca, che non amo tirare fuori dagli archivi le carte che attestano la consuetudine dei miei antenati di recarsi annualmente a pregare nella Cattedrale di Piana degli Albanesi, posso con i miei amici, con i miei familiari, con i miei conoscenti e con mio cugino prete cattolico entrare in quella chiesa e cantare gli inni liturgici in lingua babilonese (caldea), come i miei nonni mi hanno insegnato ? Oppure Papas Janni Pecoraro, in odio alla lingua babilonese, ci butterà fuori dalla “SUA” chiesa dove magari ha imposto che si deve pregare e cantare solamente in arbresh ?

Se veniamo buttati fuori dalla Cattedrale a causa del nostro modo babilonese di pregare, chi perde la comunione con la Chiesa? noi che restiamo fuori dalle mura o Papas Janni Pecoraro che, forte dell’autorità di arciprete continuerà a decidere i requisiti di coloro che potranno varcare il portone della “SUA” chiesa? Porte aperte, per esempio, a bionde, alte, magre, e portoni sbarrati ai tipi dai lineamenti mediterranei, grassocce, specie se “greci/greche”, …etc. etc. .. ?
Chi può darmi una risposta ? Il Vescovo ?

Il quesito che mi pongo
Io ho bisogno di capire, alla luce delle cose che vedo attorno a me, se vivendo all’interno di questa Eparchia appartengo alla Chiesa Universale o solamente a quella di mio cugino prete; se quella volta che non vado nella chiesa (edificio) dove abitualmente lui celebra, sia giusto che venga sbattuta fuori come un cane dal guardiano di portoni di turno o debba, invece, essere considerata lì, in assenza di mio cugino prete, parte vitale del Corpo di Cristo. Mi piacerebbe che fosse fatta chiarezza, prima che anch’io, presa dalla delusione, mi dedichi all’amore di Dio (che non vedo) ed abbandoni l’amore che finora ho coltivato verso gli uomini (che invece vedo, e che nella vita di ogni giorno mi si presentano sotto le vesti del “litir”, dell’estraneo, del diverso).
Avrò mai risposta ?
Musaracchia C.

3 commenti:

  1. Non avrai mai e poi mai alcuna risposta, specialmente se sei bionda e grassoccia!!!!!!!!!!!!!!!!
    Se dici: “ … io che sono una credente cattolica e null’altro, dentro non sono né greca, né latina, né austriaca”, mi dispiace ma ti contraddici, perché hai detto: SE FOSSI UNA CALDEA, INVECE CHE BIZANTINA, sei “bizantina”!
    Poi tu pensa a tuo cugino prete che vuoi tanto bene………, che al Priore, all’Abate e ai guardiani di CANI ci pensiamo noi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Il Vescovo che tanto ammiro, il minimo che pensa è di dare una risposta ai tuoi intelligenti quesiti!
    Se ti vuoi dedicare all’amore di Dio…….. Fatti Suora!!!!!!!!!!!!!
    Se al contrario…….non ti dico fatti guerriera, perché credo proprio che ci sei come tanti altri………!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    N. A.M.

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  2. ma ti contraddici, perché hai detto: SE FOSSI UNA CALDEA, INVECE CHE BIZANTINA, sei “bizantina”!
    Poi tu pensa a tuo cugino prete che vuoi tanto bene………, che al Priore, all’Abate e ai guardiani di CANI ci pensiamo noi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Il Vescovo che tanto ammiro, il minimo che pensa è di dare una risposta ai tuoi intelligenti quesiti!
    Se ti vuoi dedicare all’amore di Dio…….. Fatti Suora!!!!!!!!!!!!!
    Se al contrario…….non ti dico fatti guerriera, perché credo proprio che ci sei come tanti altri………!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    N. A.M.

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  3. Si prega di cancellare il 2^ commento, è un doppione: grazie!

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