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martedì 15 settembre 2009

La strana politica regionale – I fondi per la Sicilia parzialmente sbloccati ma di sollevare le acque della diga Garcia non si parla


Nello scorso mese di luglio Raffaele Lombardo e Gianfranco Miccichè minacciarono il centrodestra italiano di voler costituire un partito del sud che potesse fare da contraltare alla Lega di Bossi. Per evitare spaccature all’interno del suo partito (pdl) Silvio Berlusconi decise di allentare i cordoni della borsa e autorizzò lo sblocco degli investimenti in Sicilia nella misura di €. 4,313 miliardi.
La Gazzetta del 2 settembre ha pubblicato il decreto del Cipe con cui viene messa a disposizione la prima tranche dei fondi, pari a 150 milioni di euro, che dovranno servire per finanziare “misure di accompagnamento nazionale a favore dell’area di libero scambio nel Mediterraneo a cominciare dal 2010”. In breve si tratta di dare attuazione ad un accordo commerciale-fiscale tra i paesi rivieraschi del Mediterraneo fra cui vigerà l’esenzione dai dazi doganali per lo spostamento delle merci. Il progetto quindi non prevede investimenti in infrastrutture ma il sostegno ad antichi accordi diplomatici.
Nel decreto sono preannunciati altri €. 150 milioni in favore del Comune di Palermo, in ragione di 70 milioni per il 2009, 40 milioni per il 2010 e 40 milioni per il 2011 per realizzare investimenti nel settore dell’igiene ambientale (il tutto a cura di quel comune).
Sulla bontà di queste somme ad attivare meccanismi di virtuosismo per la crescita economica si può opinare, ma è certo che l’interno dell’isola non è stato per nulla preso in considerazione. La realtà dell’interno della Sicilia non interessa i politici regionali perché lì vive una minima parte della popolazione siciliana (pochi elettori quindi) che può essere di volta in volta trasformata in serbatoio di voti con poche e spesso illusorie promesse di impieghi clientelari. Non stupiamoci quindi se da metà settembre in poi i paesi, come Contessa Entellina, sembrano disabitati e privi di vitalità sociale, economica e culturale. Ai politici regionali interessano i voti delle zone costiere, perché quelli dell’interno arrivano comunque con il sistema clientelare storico.

I due responsabili principali del governo regionale, Raffaele Lombardo (da Palazzo d’Orleans) e Gianfranco Miccichè (da Roma), essendo perfettamente consapevoli della disastrosa realtà sociale della Sicilia e dell’insofferenza dei piccoli comuni, continueranno a minacciare il governo ed il centrodestra brandendo la nascita di un Partito del sud. E’ questa in effetti l’unica forma ideale di essere ad un tempo responsabili del governo regionale e propagatori di illusorie aspettative e tensioni fra la gente. Tempo fà qualcuno sulla medesima lunghezza d’onda proponeva partiti di lotta e di governo.Il giocattolo purtroppo funziona grazie all’assenza, ormai da anni, di veri partiti di opposizione nella regione Sicilia.

Contessa Entellina ha di che aspettare per vedere realizzati progetti significativi di valorizzazione del suo territorio che interessino Santa Maria del Bosco, l’irrigazione con le acque della diga Garcia e così via.
Tanti fra noi d’altronde si sono fatti abbindolare dal finto protagonismo ‘rivendicativo’ dei due capitani di ventura Lombardo e Miccichè, la cui missione più immediata sarà quella di farci digerire da qui a breve le “gabbie salariali” che stanno a cuore a Bossi.

Il Contessioto

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